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venerdì 24 settembre 2010

Il Cern getta luce sul Big Bang

Il Cern getta luce sul Big Bang

L'esperimento CMS produce i primi risultati inaspettati. Forse è stata intravista la "materia primordiale".
[ZEUS News - www.zeusnews.com - 22-09-2010]
Cern LHC CMS Guido Tonelli
È un po' la rivincita del CMS: il Compact Muon Solenoid, il rivelatore parte del Large Hadron Collider che opera al Cern di Ginevra, è il primo elemento del grande acceleratore a rivelare nuove informazioni, dopo che la sua partenza è stata funestataprima da un attacco al sito e poi da un bug nell'hardware.
Secondo alcuni, il CMS ha mostrato indizi di qualcosa che potrebbe essere simile alla materia che esistette nei primissimi istanti successivi al Big Bang.
Guido Tonelli, coordinatore del CMS, mette però in guardia dai facili entusiasmi: la possibilità che si tratti di "materia primordiale" "è solo una fra le cinque o sei ipotesi che stiamo esaminando, e in questo momento sarebbe prematuro trarre delle conclusioni".
Per sapere con certezza che cosa abbia visto il LHC ci vorrà ancoraper lo meno qualche mese e nuove osservazioni, ma i rilevamenti del CMS sono indice chiaro del fatto che l'esperimento sta già iniziando a dare i suoi frutti.
Facendo scontrare protoni a 7 TeV, è stato osservato un fenomeno interessante, non nuovo ma che si è notato ora per la prima voltanegli scontri tra protoni: alcune delle particelle risultanti dagli scontri hanno mostrato di allontanarsi secondo traiettorie che divergevano, seppure di poco, da quanto previsto nelle simulazioni, e che indicavano una certa correlazione tra alcune delle particelle stesse.
Una delle ipotesi che spiegherebbero questo comportamento, quella di cui parlavamo all'inizio, evoca il plasma di quark e gluoni che sarebbe esistito subito dopo il Big Bang per un brevissimo periodo (20 o 30 microsecondi), in cui i quark sono liberi di muoversi anziché essere confinati nei barioni (come i protoni e i neutroni).
Gli effetti notati al Cern negli scontri tra protoni erano già stati rilevati nell'acceleratore americano RHIC, ma facendo scontrare ioni pesanti (come gli ioni d'oro); vedere lo stesso fenomeno originarsi dagli scontri tra protoni - una cosa che non era stata predetta, anche se il CMS era attrezzato per cercarla - potrebbe dare origine a nuove ipotesi.
Nell'esperimento del RHIC si pensava che il motivo più probabile fosse la presenza di materia nucleare molto calda e denza formata negli urti; lo stesso fenomeno ripetuto in circostanze diverse farà allargare la ricerca a spiegazioni nuove, compresa quella della "materia primordiale", che tuttavia non resta certo l'unica.
Tonelli spiega inoltre che rispetto ai risultati del RHIC ci sono anche delle differenze. I dati che saranno raccolti nei prossimi mesi con nuovi scontri e grazie all'aumento d'intensità dei fasci di LHC permetteranno di affinare le ipotesi e studiare il fenomeno in dettaglio.
Qualunque sia il risultato dell'analisi dei dati raccolti ora e di quelli che arriveranno in futuro, grazie al Cern avremo un giorno qualche elemento in più per poter scegliere con maggiore precisione tra le varie teorie sulla formazione della materia, e ampliare la nostra conoscenza e comprensione dell'universo.

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