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giovedì 9 settembre 2010

Atreju 2010. La storia finita e senza più “Fini”


Tra gli immaginari di riferimento, saccheggiati a destra  dal repertorio del  Fantasy,  c’è la Storia Infinita di Michael Ende, un bel romanzo ricco di significato, in cui bambini guerrieri  combattono per la difesa del regno di “Fantàsia” e delle sue diversità , contro “un nulla” totalizzante , anonimo  e distruttivo che avanza.
Sono ormai  da più di 10 anni  che le giovani formazioni della destra istituzionale ne hanno fatto “il marchio preferito” per la loro festa nazionale di avvio della stagione politica  all’interno dell’ estate romana.
In realtà , prima di Atreju,  come immaginario su cui costruire campi e feste politiche, c’erano stati i Campi Hobbit degli anni 70, le Feste della Contea  organizzate a Colle Oppio degli anni 80, attività organizzate in quattro e quattr ’otto,   povere economicamente, tirate su con la sola forza delle braccia dei militanti , ed in cui il partito non metteva una lira;  luoghi marginali direte,  frequentati per lo più  dalle sole tribù e clan  dell’ambiente romano.   E come non ricordare  poi le feste nazionali del Fronte della Gioventù (1), ricche di contenuti trasgressivi, che riflettevano ancora “una specificità antropologica della fauna frontina”, un radicamento ideologico e culturale, un disegno identitario ben visibile, chiaro,  votato alla riconquista della sovranità e dell’indipendenza nazionale persa nel 1945 (2) .
Erano gli anni in cui la triade della mafia demo-ciellina Andreotti-Sbardella-Giubilo, dominava incontrastata  su Roma e sul Lazio con “l’Apparato DC e la Compagnia delle Opere”: anni in cui Gianni Alemanno e Fabio Rampelli si facevano arrestare a Nettuno per aver tentato di  bloccare il corteo di macchine  di Bush padre,  il quale veniva a festeggiare, in pompa magna,  l’occupazione americana del suolo italico con lo sbarco di Anzio.  Era il periodo in cui il Fronte della Gioventù,  prendendo spunto dalle parole d’ordine del movimentismo fine anni 70,  aveva ripreso saldamente le redini di una visione non-conformista ed antagonista del progetto politico, ed organizzava i cortei a favore dell’Intifada e delle lotte di liberazione nel mondo,  a favore dei detenuti politici, contro il nucleare, contro la smantellamento della scuola pubblica, contro il malgoverno e levantinizzazione .
Poi arrivò tangentopoli e la vittoria di Pirro del ‘92;   la destra neo-fascista  fu sdoganata dalla P2 del trio Fisichella-Previti-Berlusconi,  e l’ombra di Mordor,  si cominciò ad addensare sui piccoli Hobbit che tiravano ancora su le loro povere feste a braccia.  Allora,  come d’incanto, cominciarono  ad arrivare le sponsorizzazioni degli eventi, cominciarono a fluire i soldi a go-go,  e quel modello tardo-clientelare-ciellino della Compagnia delle Opere,  quella metodologia da apparato corrotto,  che era stato denunciato e combattuto  per anni ,  diventò di colpo,  il modello umano-organizzativo perfetto.
Di contro,  finiva il linguaggio antagonista e l’identità specifica,  il pantheon culturale di riferimento si impoveriva (soprattutto dopo il golpe di Fiuggi) , e  veniva prontamente occupato da “derivati” culturali (Fallaci e  Popper in testa);  finivano le letture di Degrelle,  Codreanu, Evola, De Benoist, ed i contenuti delle feste venivano via via  “diluiti”,  cosi come i dibattiti ed i temi trattati,  con una selezione guardinga sui testi e l’oggettistica presente negli stands.  Ci si avviava insomma verso un  veloce processo post-ideologico,  dettato dal mercato, secondo quanto richiesto dalla maggioranza dell’opinione pubblica  di destra  e non più tanto silenziosa,  da un clima spensierato e festaiolo delle iniziative dell’Ass. Castellum  “all’ombra del colosseo”,  marginalizzando ad es. i concerti di musica alternativa,  e dando spazio al cabaret, alla discoteca  e a gruppi e cantautori  noti e ben pagati.
Nonostante le dosi di intossicazione narcotizzante,  Azioni Giovani (3) , con  i Campi Base le feste di Atreju, hanno mantenuto per anni quel minimo di “cripto-identitificazione” non completamente annegata nel grande partito totalitario di massa, fatta ad immagine e somiglianza del grande ridente capo mediatico. Tanto che nelle edizioni della festa,  fino al 2007 e con AN ancora non pensionata, si potevano ascoltare i concerti dei 270 bis e della Compagnia dell’Anello, e senza avere, almeno per una serata,  la vergogna di dichiarasi “fascisti” o perlomeno “non-antifascisti”.  Qua e là,  ancora si scorgevano segni di micro-identità non completamente debellati, qualche intervento culturale non ottimista,   magliette irriverenti, libri maledetti, simbologia, immagini di un orgoglioso passato, non-presentabile,   povero ma assolutamente  libero.
Se si passano tuttavia in rassegna le ultimi edizioni  della festa,  tra cui quella di quest’anno,  possiamo scorgere una passerella infinita di personaggi governativi e ultra-istituzionalizzati, una nomenclatura scontata,  in dibattiti-marchetta e privi di vero spessore, uno scenario post-ideologico di una neutralità assolutamente inverosimile,  e sembra proprio che “Fantàsia” sia stata ben ben digerita dal grande “Nulla”. Chi l’avrebbe detto che proprio la deriva nazional-popolare sarebbe stata la tomba di Atreju? (4).
Ma la cosa che quest’anno  è saltata veramente all’occhio, e che  perfino la nomenclatura del dissidente gruppo (tutto ex-aennino) di Futuro e Libertà sia stata pesantemente  estromessa da qualsiasi passerella e/o dibattito pubblico  (a parte qualche personaggio di secondo e terzo livello)  . Nessun segno della presenza del  grande ex-capo  di AN (ma anche ex-granciambellano estromesso da Sua maestà Berlusca) (5).  Neanche l’ombra dei neo-partigiani finiani posizionati  tra la file di Fare Futuro e del Secolo d’Italia, almeno come dire,  per interloquire con Marcello Veneziani, loro antico mentore e maestro,   che ultimamente e non senza ragione ha fatto le pulci, pelo e contropelo,  a questi nuovi crociati della legalità e dell’iper-istituzionalismo.
Sembra insomma che la baby-ministro Meloni ed il nuovo triumvirato tutto romano (Alemanno-Augello-Rampelli) , non se la vogliano arrischiare più di tanto nel contenzioso interno al Pdl,  e si siano allineati ai diktat del centralismo dirigista verso i rejetti compari di partito.   Ormai da tempo, a Roma  regna una inverosimile “pax romana”, fatta di regole molto chiare, quasi aziendali:   debellata o messa ai margini la destra radicale/terminale e le sue inopportune ingerenze,  messi a stipendio personaggi e capetti vari, azzerato il dibattito culturale sull’occidente ed suo devastante pensiero unico, e creata una novella e produttiva Compagnia delle Opere,   possiamo pure dire che “la Storia Infinita”  è bella che finita da un pezzo, una storia finita e senza più “Fini”.
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Note
1)      In particolare le edizioni di Spoleto 1988, Assisi 1980, Siracusa 1990, ed infine quel Campo di Santa Severa del 1991 che presagiva tra le righe la  “involuzione meta-politica ed antropologica della specie destra” verso il nulla-pensiero.  Interessante a riguardo il seguente archivio fotografico per capire “il come eravamo ieri” e  “chi sono loro oggi”: CLICCA QUI
2)      Per uno sgaurdo sul Fronte della Gioventù  degli anni 80,  vale la pena citare il testo chiave Le Radici e il progetto, Ed. Settimo Sigillo, Roma 1989
3)      Azione Giovani è la formazione che a metà degli anni 90 ha sostituito il Fronte della Gioventù ed ultimamente anche Azioni Giovani è stata pre-pensionata per dare vita ad una nuova organizzazione chiamata “Giovane Italia”.  L’immaginario immediato riporta a quella fondata da Giuseppe Mazzini, con  le giovani avanguardie dell’azione e del pensiero radicale-risorgimentale,  votate alla morte, e  che praticavano,  oltre il pensiero nazional-repubblicano radicale,  anche la lotta armata  come principio e come via. Difficile capirne l’attinenza ed il legame anche pur minimo,  con le attuali tendenze “antropologico-politiche” della giovane destra istituzionale “berlusconizzata”. Ma,  contenti loro ….
5) Da ricordare che nell’edizione del 2007,  e prima della fondazione del Pdl,  le esternazioni di Fini ai giovani,  sul Fascismo come “Male Assoluto” del secolo, avevano destato polemiche roventi;  tanto che oggi gli ultimi sostenitori del male assoluto,  preferiscono andare a mangiare le patatine per una serata al festival  romano del Pd o di Rifondazione!!!

Francesco Mancinelli

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