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Giustizia per i morti di Bologna

Ultimissime del giorno da ADNKRONOS

domenica 27 febbraio 2011

Tortora, dopo 22 anni ecco un’altra ingiustizia


articolo di domenica 27 febbraio 2011
di Lino Jannuzzi
I giornalisti Jannuzzi e De Gregorio (oggi senatore Pdl) condannati a versare 280mila euro al giudice che inquisì l’ex volto tv, poi assolto. La colpa? Aver raccontato un processo orrore.
Ventisette anni dopo l’arresto di Enzo Tortora la seconda sezione civile del Tribunale di Napoli ha condannato Lino Jannuzzi e Sergio De Gregorio a pagare, in solido tra di loro, la somma di 150mila euro, più gli interessi calcolati a partire dal 1991 (in tutto 280mila euro) a favore di Giorgio Fontana, il giudice istruttore che ha gestito l’inchiesta su Tortora e che si era poi dimesso dalla magistratura in polemica con il Csm, che aveva aperto un procedimento disciplinare su di lui e sui due pm del processo Lucio Di Pietro e Felice di Persia (procedimenti che poi finirono nel nulla) e che ora fa l’avvocato a Napoli. In questa veste Fontana aveva già querelato Lino Jannuzzi in sede penale, ne aveva ottenuta la condanna e ne aveva già riscosso un risarcimento di diversi milioni di lire. Sergio De Gregorio, attualmente senatore del Pdl, è stato cronista giudiziario de Il Giornale di Napoli, di cui Lino Jannuzzi è stato direttore, e in occasione della morte di Enzo Tortora, stroncato dal cancro il 20 maggio 1988, aveva scritto un articolo su Tortora, su Fontana e sul processo. Per quell’articolo l’autore e il direttore del giornale sono stati condannati oggi, ventidue anni dopo.
L’INIZIO DELL’INCUBO
Enzo Tortora fu arrestato alle quattro del mattino, mentre dormiva all’Hotel Plaza di Roma, venerdì 17 giugno 1983. Fu portato in questura e vi fu trattenuto fino alle undici, nonostante fosse stato colpito da collasso cardiaco, prima di trasferirlo a Regina Coeli: il tempo necessario perché la notizia del suo arresto si diffondesse e si raccogliesse dinanzi alla questura una folla di giornalisti e di fotografi.
L’ordine di arresto per associazione a delinquere di stampo camorristico era stato spiccato dalla procura di Napoli sulla base delle accuse partite da due «pentiti», Pasquale Barra e Giovanni Pandico. Pasquale Barra, detto «’o animale», è un feroce assassino, famoso per avere ucciso in carcere Francis Turatello, per avergli sventrato a calci il torace e strappato il cuore per poi mangiarselo. Giovanni Pandico «o pazzo», dichiarato psicolabile e paranoico, è entrato e uscito dai manicomi giudiziari, ha sparato al padre, ha avvelenato la madre, ha dato fuoco alla fidanzata, ha fatto una strage nel municipio del suo paese, ha sparato al sindaco e alle guardie e ha ucciso gli impiegati che tardavano a consegnargli il certificato di nascita.
LA GRANDE RETATA
Sulla base delle dichiarazioni di questi due «pentiti», vennero spiccati 855 mandati di cattura e quel «venerdì nero» vennero arrestati assieme a Tortora 412 presunti camorristi (gli altri quattrocento erano già in carcere). Ma 87 di costoro saranno scarcerati perché arrestati per sbaglio, per «omonimia». Comunque la maggior parte degli arrestati sono personaggi sconosciuti e ignoti. Ma l’operazione viene fin dall’inizio presentata dagli inquirenti, e gonfiata dalla maggioranza dei compiacenti giornalisti, come una «crociata», la «guerra alla camorra», il colpo mortale inferto alla «nuova camorra organizzata» di Raffaele Cutolo.
Ma gli inquirenti accreditano le voci, sempre amplificate dai giornalisti, che nella rete sono caduti personaggi «insospettabili». Quando si tireranno le somme si vedrà che codesti «insospettabili» si riducono a una manciata di mediocri personaggi, quattro o cinque sui quattrocento arrestati. L’unico personaggio noto e conosciuto e «insospettabile» tra gli arrestati è Enzo Tortora, e questa è la radice delle sue disgrazie e dell’accanimento che si scatena contro di lui. Ed è la ragione per cui la «crociata», lo storico «processo alla camorra», finisce per diventare fatalmente il processo a Enzo Tortora, e come tale verrà vissuto, discusso e ricordato.
Dopo sei mesi dall’arresto Tortora venne messo a confronto con due nuovi «pentiti»: Gianni Melluso, detto «Cha cha cha», che racconta di aver consegnato a Tortora pacchi di cocaina agli angoli delle strade di Milano, e Andrea Villa, che viene introdotto nella stanza dell’interrogatorio con la testa coperta da un cappuccio nero e afferma di aver visto Tortora a Milano a pranzo e a cena con Francis Turatello, di cui Villa faceva il guardaspalle. Mano a mano che si va avanti, e tanto più che mancano sempre più i riscontri, aumenta il numero dei «pentiti» che accusano Tortora. Alla fine se ne conteranno una ventina.
I «PENTITI» A COMANDO
Michele Morello, il giudice che ha scritto la sentenza con cui in appello Tortora verrà poi assolto, ha severamente censurato il sistema con cui i nuovi «pentiti» venivano ammaestrati. Si procedeva così: si prendevano i presunti «affiliati» indicati da Barra o da Pandico o da Melluso, e li si rinchiudeva nella stessa caserma, la famosa caserma Pastrengo, dove erano rinchiusi Barra, Pandico e Melluso, e la notte si lasciavano aperte le porte delle celle, in modo che i nuovi arrivati potessero «fraternizzare», magari banchettando e sbevazzando, con coloro che li avevano indicati, e questi potessero «ragionare» e istruirli e convincerli ad accusare Tortora. Sui giornali di quei giorni si poteva leggere tranquillamente che per Melluso, «Gianni il bello», in caserma era stata allestita una specie di garconnière con ragazze e champagne.
GLI INTERROGATORI
Tortora fu interrogato solo dopo settimane di cella di isolamento. In tutto lo interrogheranno per tre volte. Al primo interrogatorio tirano fuori la storia dei centrini: un camorrista detenuto, Domenico Barbaro, ha spedito dal carcere a Tortora, perché li mostrasse ai telespettatori di «Portobello», certi centrini da lui stesso ricamati in cella. Ma i centrini si persero nei meandri della Rai e non furono mostrati in video. Spuntano allora delle lettere di Barbaro a Tortora in cui il camorrista si lamenta: rivuole indietro i centrini o li vuole pagati. Secondo gli inquirenti è la prova del traffico di stupefacenti: i «centrini» starebbero per «cocaina». Si scoprirà alla fine che le lettere a «Portobello» per conto di Barbaro le ha scritte Pandico, che è stato Pandico a combinare con Barbaro il trucco della trasformazione dei centrini in cocaina e poi a raccontare la storiella agli inquirenti.
Al secondo interrogatorio gli inquirenti si presentano a Tortora, dopo qualche mese, con in mano una «prova schiacciante» della sua affiliazione alla camorra. Nella agendina sequestrata a Giuseppe Puca, detto «’o giappone», uno dei più feroci killer di Cutolo, hanno trovato il nome di Enzo Tortora con due numeri di telefono. A condurre l’interrogatorio è personalmente il giudice istruttore Giorgio Fontana, il cui onore sarebbe stato offeso dall’articolo di Sergio De Gregorio sul giornale diretto da Lino Jannuzzi in occasione della morte di Tortora. Ma un giorno si presenta in procura una signora: mi chiamo Catone Assunta, dice, e sono la donna di Puca, questa agendina che avete sequestrata a casa di Puca non è la sua ma la mia, potete controllare, ci sono i numeri dei miei parenti e delle mie amiche, e questi due numeri dove avete letto «Enzo Tortora», io ho scritto, la grafia è mia, «Enzo Tortona». È un mio amico di Caserta, il prefisso è 0823, provate a chiamare...
Al primo interrogatorio hanno scambiato centrini per cocaina, al secondo interrogatorio hanno letto «Tortora» per «Tortona», al terzo interrogatorio l’inquisizione napoletana porta come testimone Gianni Melluso, un balordo, un ladruncolo di periferia, che ha già collezionato un bel po’ di condanne per truffe e rapine, in genere non riuscite.
IL VALZER DELLE SENTENZE
È sulla base di «pentiti» come questi e delle storie da loro raccontate che, dopo sette mesi di dibattimento e 225 udienze, il 17 dicembre del 1985, due anni e mezzo dopo il blitz del venerdì nero, i giudici di Napoli hanno condannato Enzo Tortora a dieci anni e sei mesi di carcere.
Meno di un anno dopo, il 15 settembre del 1986, Tortora è stato assolto in appello con formula piena. Con lui sono stati assolti altri 131 imputati, che con i 102 assolti in primo grado fanno 233 e con i 70 assolti nel secondo troncone salgono a oltre 300, senza contare gli 87 «omonimi» arrestati e poi liberati: fanno quasi tre quarti della grande retata.
Otto mesi dopo, il 18 maggio del 1987, la Cassazione completerà l’opera, confermando l’assoluzione di Tortora e degli altri 131 e annullando un altro po’ di condanne.
Nel frattempo Tortora era stato candidato dai Radicali alle elezioni europee, quando era ancora agli arresti domiciliari, ed era stato eletto con 800mila voti di preferenza, ma si era dimesso, sollecitando personalmente dal Parlamento europeo l’autorizzazione all’arresto, era tornato in Italia e si era «consegnato» alla polizia a Milano, in piazza del Duomo, la vigilia di Natale.
Un anno dopo la sentenza della Cassazione Tortora morirà, stroncato da un tumore: «In quelle orrende mura del carcere - dirà nell’ultima sua apparizione in televisione collegato dal suo letto nell’ospedale - mi hanno fatto esplodere una bomba atomica dentro...». È il 20 maggio del 1988,e per l’occasione il cronista giudiziario de Il Giornale di Napoli, diretto da Lino Jannuzzi, ha rievocato le vicende del processo. Ventidue anni dopo altri giudici, sempre di Napoli, hanno condannato il cronista e il direttore a pagare.
INSULTATO ANCHE DA MORTO
A Gianni Melluso è andata meglio. Dopo avere calunniato impunemente il vivo, prese a calunniare il morto. Nel novembre del 1992, quattro anni dopo la morte di Tortora, il settimanale Gente pubblicò una sua intervista sotto il titolo: «Gianni Melluso esce dal carcere e insiste: Tortora era colpevole». Dice proprio così: «Io gli davo la droga e lui mi pagava». Le figlie di Tortora sporsero querela per calunnia. Due anni dopo la pubblicazione dell’intervista e la querela, il gip del tribunale civile e penale di Milano Clementina Forleo respinge la querela, condannando le figlie di Tortora alle spese processuali, e motiva: «La sentenza di assoluzione del Tortora rappresenta soltanto la verità processuale sul fatto-reato a lui attribuito e non anche la verità reale del fatto storicamente verificatosi».
Due mesi dopo, l’allora sostituto procuratore generale della Repubblica a Milano Elena Paciotti, che poi sarà membro del Csm, presidente dell’Associazione magistrati e infine deputato europeo nelle liste Pd-Pds, respinge l’istanza di apertura del procedimento con questa motivazione: «L’assoluzione di Enzo Tortora con formula piena non è conseguenza della ritenuta falsità delle dichiarazioni di Gianni Melluso e di altri chiamanti in correità, ma della ritenuta inidoneità delle stesse a contribuire valida prova d’accusa...».
L’ULTIMO SFREGIO
Nessuno dei «pentiti» sbugiardati è stato incriminato, processato e condannato per calunnia. Nessuno dei magistrati che hanno gestito l’inchiesta è stato inquisito e punito dal Csm. Anzi, hanno fatto tutti una splendida carriera. Nessun risarcimento è stato riconosciuto ad Enzo Tortora o ai suoi eredi. Anzi, le sue figlie hanno dovuto pagare le spese per la querela fatta a Melluso. I giornalisti (pochi) che hanno raccontato e denunciato i misfatti del processo sono stati condannati a risarcire lautamente i magistrati «per avere offeso la loro reputazione».

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E.G.

sabato 26 febbraio 2011

Ti piace vincere facile?

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Gheddafi sarà pure un beduino, dittatore e affamatore del suo popolo ma se Stati uniti, Unione Europea, ONU e NATO son tutti contro di lui, questo dato di fatto non fa riflettere almeno un pò?

La gravissima situazione in cui versa la Libia rende urgente un piano di “assistenza umanitaria” da parte dei paesi dell’Unione Europea e degli Stati Uniti.
Durante questa notte c’è stata una telefonata tra il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, durante la quale si è sottolineato la necessità di una risposta immediata e coordinata di tutti i paesi; distinti colloqui ci sono stati anche con il Presidente francese Nicholas Sarkozy e con il Premier britannico, David Cameron secondo quanto riferisce la Casa Bianca. I quattro presidenti “hanno affermato il loro forte sostegno ai diritti universali del popolo libico, compresi quelli di libertà e di opinione”.
Francia e Gran Bretagna, secondo quanto ha riferito il capo della diplomazia francese Michele Aliot- Marie hanno proposto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU un embargo totale alla Libia per le armi, pesanti sanzioni e di affidare un’inchiesta per crimini contro l’umanità ad un tribunale internazionale. Le sanzioni da adottare, sulle quali anche il ministro degli Esteri Frattini si è detto d’accordo, saranno delineate al più presto, ha dichiarato l’Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza dell’Ue, Catherine Ashton.
Nel frattempo, per oggi, dal segretario generale Anders Fogh Ramussen, è stata convocata una riunione di emergenza della Nato per la Libia. Intenzione di Ramussen è di incontrare prima i ministri della Difesa dell’Unione Europea per stabilire un aiuto pragmatico che consenta momentaneamente di limitare i danni di questa tragedia: priorità saranno l’evacuazione e l’assistenza umanitaria. La Nato, secondo quanto ha dichiarato il segretario generale, ha i mezzi per intervenire in casi come questo.
L’unione Europea ha parlato di misure che presto verranno prese per far uscire la Libia da questa violenza ma “Nessuno finora ha parlato di un’azione militare” contro la Libia, secondo quanto ha dichiarato Catherine Ashton.Una sessione speciale dell’Onu si pronuncerà a breve sulla sospensione della Libia dai paesi dell’organizzazione.

venerdì 25 febbraio 2011

Dalla Libia un duro colpo all'Italia

di Pietro Ancona - 24/02/2011
Fonte: medioevosociale
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    Una intensa e martellante campagna propagandistica sta accreditando la menzogna di un leader che massacra il suo popolo con una repressione feroce fatta anche di bombardamenti aerei. Si parla di diecimila morti che naturalmente si attribuiscono a responsabilità di Gheddafi e del suo governo. Una  potente  e quasi impenetrabile cortina fumogena si è alzata sugli avvenimenti. Filtrano solo le  "notizie" confezionate dalla batteria massmediatica occidentale.  Gheddafi si trova nella condizione in cui venne a trovarsi Milosovic durante la crisi del Kossovo nella quale fu fatto credere all'opinione pubblica mondiale un genocidio a danno degli albanesi quando invece erano i serbi ad essere rastrellati, uccisi o costretti a scappare dalle loro case.  I massmedia arabi più importanti di proprietà dell'Arabia Saudita forniscono la versione quotidiana degli avvenimenti e partecipano attivamente alla congiura mediatica. Gli insorti vengono fatti passare per inermi cittadini amanti della libertà e della democrazia e non viene spiegato come abbiano fatto a conquistare militarmente tante città. Si tratta di un colpo di Stato con epicentro in Cirenaica che è stato minuziosamente preparato dagli USA e da Israele che in questo modo regolano i conti con una realtà nazionale da sempre autonoma e non asservita come la Tunisia, l'Egitto, il Marocco, lo Yemen, la Giordania, agli interessi coloniali e geostrategici dell'Occidente. La posta in gioco è una profonda modificazione degli equilibri politici che non mette in discussione il lager di Gaza e che probabilmente si estenderà al controllo di tutto il Libano. Da questa crisi abilmente manovrata dagli USA esce anche una Italia più debole che dovrà rinegoziare gli accordi sugli approvvigionamenti di gas e di petrolio con i nuovi padroni americani ed i loro prestanomi. L'Italia e la Libia hanno realizzato per tantissimi anni una politica di pace e di cooperazione basata sulla esistenza del metanodotto ideato e concepito in Sicilia dall'Ente Minerario Siciliano a suo tempo proposto come alternativa vincente al trasporto del gas con navi. E' un durissimo colpo alla economia italiana ed alla sua sicurezza energetica. L'Italia uscirà da questa crisi con le ossa rotte. Questa crisi si sommerà alle tante altre che riguardano la nostra industria manifatturiera a cominciare dalla Fiat e renderà assai difficile e problematico il recupero. I guai non arrivano mai da soli!
Non sappiamo quale sarà il destino della Libia  e se resterà unita o si frammenterà in due o tre staterelli secondo la tecnica del salame affettato che gli USA praticano con successo da anni a cominciare dalla Corea. Può darsi che Gheddafi non sarà in grado di continuare a controllare la Tripolitania anche perchè ha gestito il governo  soltanto in termini familistici e senza proporsi la costruzione di un gruppo dirigente forte e preparato per lo Stato.  Gheddafi è anziano e non ha successione dentro l'attuale dirigenza. Ha fatto una politica che ha garantito ricchezza ed indipendenza alla Libia ma non ha curato lo Stato che è sempre stato una specie di masseria. Ma certamente le condizioni del suo popolo sono migliori di quelle che hanno portato alla rivolta i tunisini e gli egiziani. La Libia ha sempre avuto un grande numero di lavoratori stranieri ai quali ha dato da mangiare per tanti decenni ed il reddito dei suoi sei milioni di abitanti è stato di 15 mila dollari contro  gli 8 mila della Tunisia, i 4.300 del Marocco ed i 5000 mila dell'Egitto. Certamente ci sono problemi di diseguale distribuzione del reddito e di riforme  ma non si può dire che la popolazione libica non abbia fruito dei proventi del petrolio in misura certamente maggiore di quella che gli USA concedono in Iraq.  La fine della Libia indipendente si rifletterà sull'Europa che dovrà fare i conti con una nuova situazione per gli approvvigionamenti energetici dal Sud e non è detto che gli USA non preparino un colpo per spezzare le reni alla Russia che non ha voluto fare gestire agli oligarchi integrati nelle multinazionali di Wall Street le sue risorse petrolifere ed i suoi gasdotti.
  Tutte le pedine che gli USA muovono sullo scacchiere mondiale sono finalizzate agli interessi particolari del suo imperialismo. Sono tutte pedine. Non c'è e non ci sarà mai una politica di pace ed Obama non solo non è diverso da Bush nel suprematismo a stelle e strisce ma è ancora più pericoloso per la capacità di manipolazione. Ricordate che fece credere di essere con il Presidente dell'Honduras nello stesso giorno in cui questi veniva rapito da un aereo militare americano! Continua una guerra senza fine in Afghanistan ed a diffondere la favole di AlQaeda e del terrorismo per giustificare il lager e le torture di Guantanamo.

Appuntamenti di marzo di RAIDO


Prossimi appuntamenti

Venerdi 11 Marzo 2011

Aspettando San Patrizio

Concerto di musica folk irlandese con i Finnegans Wake ...tanta birra e musica irlandese!


Via Scirè 21/23, Roma


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Sabato
19 Marzo 2011

Maledetto Céline! A cinquant'anni dalla morte

Intervengono:
Federico Magi - Giornalista Mario Michele Merlino - Scrittore e saggista Comunità militante Raido - Moderatore

Via Scirè 21/23, Roma

Noi sosteniamo Rutilio!

A. C. Furor

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Facta non verba!
Campo invernale 2011
Sono le cinque e trenta del mattino di sabato e sono già sveglio. Di solito mi capita di dormire "un po' di più" in questo giorno della settimana. La sveglia che ho impostato la sera prima sul mio cellulare ancora deve suonare. Ho un appuntamento alle sette in un posto ad un quarto d'ora da casa. Mi guardo intorno in camera e vedo il mio zaino da montagna preparato la sera prima. L'escursione è iniziata ieri, andando a dormire presto e rinunciando alle solite piacevoli distrazioni che riempiono i soliti venerdì sera. Continua>>


Concerto non conforme - Tivoli
I tanti convenuti alle Scuderie Estensi di Tivoli non saranno certo rimasti delusi. Il concerto organizzato dal "Circolo Culturale Janus", nella splendida cornice offerta dalle mura ai piedi dell'antico maniero, è senz'altro riuscito. Ospiti della serata Skoll e Imperium, che alla bella "cornice" hanno aggiunto i contenuti: ovvero tanta buona musica alternativa! Continua>>
Mistica della Rivoluzione Fascista @Trieste ed Udine
É a pochi chilometri dai più estremi confini d'Italia che questa volta arriva la Mistica Fascista. O che, per meglio dire, ci torna dopo oltre sessant'anni. La Comunità Militante Raido questa volta ha presentato, infatti, l'opera antologica di Giani presso le comunità Identità e Tradizione di Trieste e, l'indomani, Utinum et Patria di Udine.
Portare la Mistica in queste terre ha dunque un significato del tutto particolare, una funzione quasi simbolica: Niccolò Giani, fondatore della Scuola di Mistica Fascista, era infatti, nativo di Muggia, a pochi chilometri da Trieste ed ultimo comune italiano prima del confine sloveno: ultima frontiera d'Italia.


Il lungo viaggio da Roma verso Trieste, si conclude con la calorosa accoglienza dei camerati triestini. É limpida e ordinata la loro sede, fulgido specchio della propensione con cui questi ragazzi stanno portando avanti la loro certosina azione sul territorio: azione di testimonianza e di tramandazione, che riunisce diverse realtà politiche locali. Continua>>
Sugli scaffali



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Lettera

Egregio Direttore,
ormai la vulgata mediatica sulle varie Sarah di Avetrana, Yara di Brembate di Sopra e le gemelline svizzere sta passando in secondo piano, rimpiazzata dagli avvenimenti esplosivi in Nord Africa.
I media ci comunicano che non sono più orchi e maniaci vari a doverci spaventare ma i probabili 300.000 o addirittura un milione e mezzo di clandestini che dovrebbero sbarcare (forse) a breve sulle nostre coste, in fuga dalle loro rispettive nazioni. Come siano state calcolate queste cifre non è dato a sapere ma comunque prendiamole per attendibili.
L’Unione Europea ci ha gentilmente anticipato che sono affari nostri (e hanno pure ragione visto che la UE, nel suo insieme, è un gigantesco bidone), Maroni e la Lega (da bravi anti-immigrati) annunciano l’apertura di nuovi centri d’accoglienza (anche in Padania), il Vaticano sta zitto in attesa di sapere da che parte conviene stare ma sappiamo già come la pensa (purché i migranti non chiedano asilo in Piazza San Pietro o nella tenuta di Castelgandolfo), al governo si accusano l’un l’altro, come dei veri mentecatti, su chi ha sostenuto o meno Gheddafi e chi doveva telefonargli per primo e dargli del bricconcello. Il messaggio è quindi chiaro: Italiani preparatevi ad accogliere queste masse, a vestirle, a dare loro un lavoro, una casa, garantire cure mediche e diritti che nei loro paesi di origine sarebbero fantascienza. Se protestate siete razzisti e magari anche negazionisti.
Abbiamo migliaia di soldati in Afghanistan dislocati in una specie di deserto dei Tartari, in mezzo al nulla più assoluto, quando questi servirebbero nel Mediterraneo assieme alla Marina Militare (beatamente ancorata nei porti) e all’Aviazione Militare (felicemente immobile a ridosso delle piste di decollo) per formare un cordone protettivo al limite delle acque territoriali ed intercettare tutte le imbarcazioni, scoraggiandole a proseguire verso il nostro territorio, obbligandole a tornare da dove sono venute, usando la forza e le armi se necessario, onde fermare queste orde di barbari ebeti e brutali che sporcano e rompono tutto ciò che toccano. Imprechi pure l’Unione Europea e lancino pure i loro latrati le organizzazioni umanitarie che ci vogliono far digerire questo pattume, facendo passare l’idea che noi tutti siamo colpevoli e responsabili. Non facciamoci però delle illusioni, il materiale umano europeo, in genere, a forza di sensi colpa, di pentimenti e di commemorazioni, è stato allegramente castrato. Col passare delle generazioni, il sistema nervoso degli europei, già debilitato da un eccessivo consumo di alcool, di droghe, di televisione e di imbarbarimenti politici e culturali, è stato annientato lasciando al suo posto una carcassa piena di carne e di pulsioni consumistiche e triviali.
E’ così che ci hanno invaso e continueranno a farlo, senza armi, senza uniformi e senza un’apparente violenza ma il problema fondamentale è che il sangue ci fa paura e nella nostra ingenuità crediamo che se saremo buoni con gli altri questi lo saranno anche con noi. Il fatto è che non sappiamo più nemmeno uccidere un coniglio, figuriamoci un nemico!
Distinti Saluti

mercoledì 23 febbraio 2011

Aperitivo letterario a L'UNIVERSALE



Venerdì 25 febbraio, ore 19,30 presso l'associazione libraria -galleria delle arti L' Universale, via Caracciolo 12, Roma
" NOI "canzoni di lotta per l'amore e di amore per la lotta di Gabriele Marconi
info:3394987052





Teatro della memoria


TEATRO WAGNER
piazza Wagner a Milano
Sabato, 26 Febbraio 2011 - Ore 21,00
Il FLABELLO - Milano
LA MADRE
L’ultima lezione
Dicono che a Milano il cielo sia senza le stelle. Eppure quando arriva l’Autunno, a Gorla, vicino alla Martesana, brilla ed è bello. Una pagina di Storia e non scritta. Senza vinti, senza vincitori. Ecco la guerra!
Testo e Regia di Pigi Arcidiacono
Con Antonella Delli Gatti, Gaia e Ilaria Scarabaggio
PRIMA NAZIONALE

martedì 22 febbraio 2011

La sfida totale

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Si terrà a Bologna mercoledì 23 febbraio, alle ore 20.30, presso il Centro “G. Costa” di Via Azzo Gardino 48, la conferenza “La Sfida Totale del XXI secolo. Geopolitica per capire il grande gioco delle Potenze mondiali”. 
Interverranno come relatori: Daniele Scalea (redattore di “Eurasia”, autore de La sfida totale. Equilibri e strategie nel grande gioco delle potenze mondiali) e Giorgio Gattei (docente di Storia del pensiero economico all’Università degli Studi di Bologna). Moderazione di Filippo Pederzini. 
L’organizzazione è a cura dell’Associazione “Eur-Eka”
L’ingresso è riservato ai soci (la tessera Uni.Ass.Bo. costa € 3; sono riconosciute anche le tessere Ancescao)

Informazioni, aggiornamenti e locandina: http://www.eurasia-rivista.org/8145/la-sfida-totale-del-xxi-secolo-il-23-febbraio-a-bologna

lunedì 21 febbraio 2011

Aggiornamento n.74 di Cantiribelli

Link to Cantiribelli - Il portale della Musica Alternativa di Destra » Newsletter settimanale
Newsletter settimanale n.74
Posted: 20 Feb 2011 07:00 AM PST
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Ecco la newsletter settimanale di www.cantiribelli.com, il portale della Musica Alternativa Italiana. Di seguito sono riportate le notizie più importanti degli ultimi 7 giorni:
1) Malnatt: rock’n'roll nero, di Cristina Di Giorgi
http://www.cantiribelli.com/malnatt-rocknroll-nero
2) 26 Febbraio: convegno, mostra e concerto presso l’Associazione Raido(Roma). Ci saremo anche noi di Cantiribelli
http://www.cantiribelli.com/26-febbraio-convegno-e-concerto-a-roma
3) I Malnatt e l’Heinken Jamin Festival Contest
http://www.cantiribelli.com/i-malnatt-e-lheineken-jamin-festival-contest
4) 25 Febbraio: Concerto a Roma
http://www.cantiribelli.com/25-febbraio-concerto-a-roma
5) Prossimi concerti:
25 Febbraio – Tipi da spiaggia a Casa d’Italia Colleverde
26 Febbraio – Zetazeroalfa a Perugia
26 Febbraio – Incontro nazionale Hobbit Klan a Verona
26 Febbraio – No Prisoner, The Kriminals, Hellzapoppin a Verona
26 Febbraio – Killer Sopresa, Blind Justice e altri a Salerno
26 Febbraio – La Vecchia Sezione più ospiti a Roma
05 Marzo – Compagnia dell’Anello a Milano
12 Marzo – DDT, Zetazeroalfa e No Prisoner a Milano
19 Marzo – Gesta Bellica, Green Arrows e Les Vilains a Roma
http://www.cantiribelli.com/category/concerti
6) Zetazeroalfa Disperato Amore tour – le date
http://www.cantiribelli.com/zetazeroalfa-disperato-amore-tour-le-date
7) MP3 GRATUITI di F. Constantinescu, Decima Balder, Ich Liebe Dich, Terza Via, Indole, Compagnia dell’Anello e Skoll
http://www.cantiribelli.com/index.php/category/mp3
Grazie per l’attenzione,
http://www.cantiribelli.com

domenica 20 febbraio 2011

Budapest Roma Salò : emozioni e ricordi 1933 /1945


Liceo Classico Giulio Cesare
 Roma


     Lunedì 21 febbraio           
  Ore 15,30 / 18,00   INCONTRO CON L’AUTORE 
VITTORIA MEZZASOMA
presenta
         “ Budapest Roma Salò : emozioni e ricordi 1933 /1945 “

Introdurrà
il Prof. Nicola Cospito

Leggere….per essere



Ha inizio la rassegna Leggere…per essere.
Un libro è un rifugio, un maestro, un amico. Va interpretato, talvolta criticato, va assorbito, perchè possano quelle lettere che scorrono su pagine bianche avere un senso.
L’era del computer e degli sms, del cellulare e del rumore, del traffico, del lavoro snervante ci sta togliendo il gusto di una silenziosa lettura e rara diventa la possibilità di concentrarci realmente su quello che leggiamo.
Questa rassegna rappresenta una promozione di quella che noi consideriamo “cultura” , una concezione della vita e del mondo capace di “coltivare” il nostro spirito.
Il primo autore della rassegna sarà Brasillach, la conferenza sarà tenuta dal pof. Mario Merlino e dal prof. Rodolfo Sideri presso la Sala Verginio del Museo del Sannio, sabato 26 febbraio ore 18:00, Benevento.

Marina Simeone

Cliccate qui per ulteriori informazioni

sabato 19 febbraio 2011

NonConforme on line



NonConforme online numero 99
Febbraio 2011

Benvenuti a nonConforme bollettino telematico di informazione sulla musica "non allineata".
Contatto cartaceo per invio demo e varie:
Perimetro
c.p. 6049
00195 Roma-Prati

Se volete richiedere il nostro catalogo "titoli disponibili" aggiornato e sempre ricco di offerte, potete richiederlo a perimetros@gmail.com.
[ www.perimetro.com ]


[ Vuoi dirci qualcosa ? ]
Tutti i gruppi e singoli che volessero inviarci news, concerti e altro possono usare l'indirizzo email nonconforme.rtp@gmail.com che viene utilizzato esclusivamente per il presente foglio di informazione.
Abbiamo anche aperto il nostro spazio su Facebook, Rupe Tarpea on Facebook


[ Disponibili Ora! ]

Marco Zanni: "Chiedi A Monique" primo lavoro solista per Marco Zanni, rock, tecnica e passione.
In box, disponibile in tre versioni con copertine differenti.

Skoll: "Armilustri Absinthium" quarto album completo per il cantautore milanese,
identitarismo d'autore e frammenti di cuore...


[ News Musicali ]
* I Kriminals hanno aperto il loro sito! www.thekriminals.it
* Disponibile dal 19 Marzo il nuovo CD dei Green Arrows - Rising From a Burning Desease - (fast and mosh hatecore) su Blacks Shirts Records
* Segnaliamo da Sassuolo e dintorni i Siegfried.
* Il 10 Marzo 2011 segna i 10 anni dalla scomparsa di Massimo Morsello.
Per l'occasione vi saranno varie iniziative ed incontri che culmineranno con il concerto memoriale del 12 marzo.
Quest'anno verrano date alle stampe anche le ristampe di Intollerenza e di Punto Di Non Ritorno.


[ ZetaZeroTour ]



[ Concerti ]
18.02.11 - Roma, Circolo Futurista Casal Bertone (via degli Orti di Malabarba, 15/a) in collaborazione con Badabing concerto con SKOLL
19.02.11 - Tivoli (Roma) concerto con SKOLL + LA VECCHIA SEZIONE
26.02.11 - Verona cena incontro nazionale degli Hobbit Klan con ADUNATA SEDIZIOSA - Info: hobbitklanitalia@gmail.com
26.02.11 - Brescia concerto con NO PRISONER + THE KRIMINALS + HELLZAPOPPIN - Info: vfseventi@gmail.com
26.02.11 - Perugia concerto con ZETAZEROALFA - Info: umbria@casapounditalia.org
26.02.11 - Salerno concerto con KILLER SORPRESA + SANGUINUS EFFVSIONE + BLIND JUSTICE - Info: salernofuturista@gmail.com
05.03.11 - Milano concerto con COMPAGNIA DELL'ANELLO - Info: compagnialivemilano@libero.it
11.03.11 - Latina concerto con ZETAZEROALFA
12.03.11 - Catanzaro concerto - Info: sangviniseffvsione@libero.it
12.03.11 - Milano concerto con ZETAZEROALFA + DDT + NO PRISONER - Info: casapoundmilano@hotmail.it
12.03.11 - Roma concerto rock in memoria di MASSIMO MORSELLO con TESTVDO + FRANCESCO MANCINELLI + AURORA + HOBBIT + ADUNATA SEDIZIOSA + SKOLL
12.03.11 - Brescia concerto con BATTLE SCARRED + SMODATI
19.03.11 - Colleverde (Roma), Casa d'Italia Colleverde (via Montebianco, 27) concerto con GESTA BELLICA + LES VILAINS + GREEN ARROWS
19.03.11 - Verona concerto con ZETAZEROALFA
26.03.11 - Milano concerto - Info: skinhouseeventi@libero.it
09.04.11 - Lucca concerto con ZETAZEROALFA
16.04.11 - Castelli Romani concerto - Info: 16aprile2011@libero.it
16.04.11 - Trento concerto con HELLZAPOPPIN + MALNATT
23.04.11 - Veneto concerto VFS Fest 2011 con TIMEBOMBS + I.C.1 + STEELCAPPED STRENGTH + REBEL HELL + PATH OF RESISTANCE + STRAPPO + RAZOR 88 + + STILL BURNIN' YOUTH - Info: vfseventi@gmail.com
30.04.11 - Sassari concerto con ZETAZEROALFA + KUNTRA
07.05.11 - Lamezia Terme concerto con ZETAZEROALFA
14.05.11 - Roma, Area 19 (via Monti della Farnesina) concerto Tana delle Tigri con ZETAZEROALFA
21.05.11 - Emilia Romagna concerto AEmilia Rock Fest con ZETAZEROALFA
04.06.11 - Lecce concerto con ZETAZEROALFA
16.07.11 - Ascoli Piceno concerto con ZETAZEROALFA
06.08.11 - Sardegna concerto con LEGITTIMA OFFESA
02.09.11 - Veneto concerto Ritorno a Camelot 2011 - Info: vfseventi@gmail.com
03.09.11 - Veneto concerto Ritorno a Camelot 2011 - Info: vfseventi@gmail.com

[ Recensioni ]
Skoll
Armilustri Absinthium - CD - 2010, Perimetro RTP
a cura di Badabing!
Dopo una lunga attesa è finalmente uscito il nuovo full length di Skoll (mi manca sempre l'umlaut), sotto la leggendaria etichetta Rupe Tarpea, Armilustri Absinthium. Un disco dedicato al futurismo, all'assenzio, all'amore, alla rivoluzione e all'arditismo. Un prodotto lussuoso e dandy, accompagnato da un sound elegante ed impeccabile e ammantato da un velo di mistero che non cadrà mai, nemmeno al seicentosessantaseesimo ascolto. Ed è più o meno il numero di ascolti che mi sono cuccata io prima di potermi solo azzardare a cimentarmi in una recensione... che poi recensione non è perchè Armilustri Absinthium sfugge a qualsiasi tentativo di catalogazione, scivola via come un'arma che non vuole lasciarsi agguantare, disdegna la descrizione e conserva un tocco magico del tutto impalpabile.
Armilustri è poesia, duello, ebbrezza, lusso. Vi perderete tra le note ammalianti del pianoforte e la voce suadente di Skoll, sarà un viaggio senza ritorno come una lunga notte di Assenzio. Un commento in particolare merita la nuova versione di la Bellezza presente sul cd: forse una delle più belle canzoni che io abbia mai ascoltato. Vi ripropongo qui il testo, stupendo, per il resto, cosa aspettate? Comprate subito la vostra copia di Armilustri Absinthium e restate collegati perchè ci saranno molte sorprese!

Se fosse facile afferrarti in un istante
Se fosse semplice morire in questo momento,
Ma per me è più facile ritrovarti in un granello
Di questa sabbia raccolta ad El Alamein!
I Messerschmidt in lenta ricognizione
La seduzione sulle donne dei futuristi che c'è
L'arte oratoria che si è già fatta azione
Lungo i cannoni che riversano fuoco sulla perfida Albione!
Rapiscimi e sorprendimi con tutta la tua poesia!
Uccidimi e annientami con la perfetta follia!
Perché tu sei la bellezza, la bellezza!
Se senti il profumo della primavera poi vai
Dentro alla neve in disgelo come membro del Tatenokai
Nella gelida forza che aveva la mitraglia dei nostri soldati
I nostri ragazzi più belli ci hanno lasciato cuori infuocati!
Rapiscimi e sorprendimi con tutta la tua poesia!
Uccidimi e annientami con la perfetta follia!
Perché tu sei la bellezza, la bellezza!


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venerdì 18 febbraio 2011

DIAMO ALL’ITALIA UNA STRATEGIA DIGITALE



L’Italia riparta da Internet e dalla tecnologia

Per i giovani che si costruiscono una prospettiva, per le piccole imprese che devono competere nel mondo, per i cittadini che cercano una migliore qualità della vita, l’opportunità offerta dalla tecnologia è irrinunciabile.
Il XIX secolo è stato caratterizzato dalle macchine a vapore, il XX secolo dall’elettricità. Il XXI secolo è il secolo digitale.


La politica ha posto la strategia digitale al centro del dibattito in tutte le principali economie del mondo. Ma non in Italia.

Eppure in Italia metà della popolazione usa Internet. La tecnologia è parte integrante della vita quotidiana di milioni di cittadini. Studenti, lavoratori, professionisti e imprenditori si confrontano costantemente con i rischi e le opportunità determinate dall’innovazione tecnologica.
Siamo convinti che affrontare con incisività questo ritardo, eliminare i digital divide, sviluppare la cultura digitale con l’obiettivo di conquistare la leadership nello sviluppo ed applicazione delle potenzialità di Internet e delle tecnologie, costituisca la principale opportunità di sviluppo, con benefici economici e sociali per l’intero Paese.


Ci rivolgiamo a tutte le forze politiche, nessuna esclusa, sollecitando il loro impegno a porre concretamente questo tema al centro del dibattito politico nazionale.
Chiediamo, entro 100 giorni, la redazione di proposte organiche per un’Agenda Digitale per l’Italia coinvolgendo le rappresentanze economiche e sociali, i consumatori, le università e coloro che, in questo Paese, operano in prima linea su questo tema.


Richiamiamo l’attenzione di tutte le forze politiche, gli imprenditori, i lavoratori, i ricercatori, i cittadini, perchè non vedano in queste parole la missione di una sola parte, ma di tutto il Paese.


Gambling sempre più libero sul web

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto che disciplina poker e cash game. E' una sorta di liberalizzazione, ma espone i giocatori a qualche rischio in più.

[ZEUS News - www.zeusnews.com - 17-02-2011]
asso kappa
La si aspettava da tempo questa annunciata liberalizzazione di poker e casino on line. Finalmente il Decreto che disciplina poker e cash game, con i soliti ritardi, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Fa parte del cosiddetto Decreto Abruzzo con cui vengono trovati nuovi modi per "far cassa" grazie a tipologie di gioco ancora inedite in Italia. Con la modalità cash infatti l'aliquota prevista è del 20 % delle somme non restituite al giocatore, contro il 3% della modalità torneo. Il payout resta fissato al 90%.
Fino ad oggi il poker in Italia era autorizzato solo nella versione tornei / Sit & Go, ma da ora si apre una nuova modalità, molto più rischiosa per il giocatore, il cosiddetto cash game, a cui molti players giocavano illegalmente connettendosi su siti non autorizzati dall'AAMS.
Nel cash game ci si siede al tavolo virtuale e si gioca direttamentecon i soldi del proprio conto. Il limite di puntata massima è di 1.000 euro e si può entrare ed uscire dal tavolo a proprio piacimento.
I rischi e la volatilità del denaro sono di gran lunga maggiori che nella modalità torneo (nel quale, però, il limite massimo di scommessa sale da 100 a 250 euro), tanto che l'AAMS ha optato per alcuni provvedimenti che dovrebbero salvaguardare le tasche del giocatore.
Al momento della registrazione nella poker room il giocatore che si appresta a partecipare ad un torneo di texas holdem o altro, dovrà indicare il limite di spesa massima settimanale o mensile. Lo scopo è quello di frenare coloro che rischiano di farsi prendere troppo la mano dalle puntate pesanti.
Per farsi alzare il tetto di gioco sarà necessario richiederlo esplicitamente alla poker room e ci vorrà una settimana per ottenere l'autorizzazione. Non tutti sono favorevoli a questa nuova forma di gioco: si teme che in parecchi non siano in grado di auto-controllarsi e finiscano per scialacquare più soldi del dovuto.
I concessionari dovranno attenersi a garanzie di "integrità, affidabilità, sicurezza, trasparenza, correttezza e tempestività nel pagamento delle vincite". Le piattaforme che al momento hanno ottenuto l'autorizzazione verranno testate da laboratori internazionali specializzati.
Appena sarà pronta la piattaforma informatica, ci vorranno almeno tre mesi, si prevedono novità anche per i classici giochi da casinò quali roulette, chemin de fer, craps e blackjack online. Anche in questo caso non sarà più necessario partecipare a tornei e sit & go, ma si potrà giocare direttamente contro il banco, come nei casinò veri.

Fini: doveva essere Sarkozy, è finito come Mastella

 


 

Giovedí 17.02.2011 15:59
Di Giuseppe Morello
Come un soufflé venuto male, il nuovo partito di Fini si sta afflosciando miseramente. Se Berlusconi si indebolisce, Fini non si rafforza. Ogni giorno una defezione o la notizia di qualcuno che è lì lì per andarsene. Lasciamo pure stare le incertezze di Barbareschi e i mal di pancia di Urso. Ma il senatore Franco Pontone è in procinto di lasciare il gruppo di Futuro e libertà. Se ne è già andato il senatore Giuseppe Menardi, mentre – come ha spiegato ad Affaritaliani.it - ci sta seriamente pensando anche il senatore Maurizio Saia. Il senatore Mario Baldassarri si dichiara in “profonda riflessione”. Non avendo i numeri sufficienti Fli di fatto non ha più un gruppo in Senato.
Qui non è più possibile dare la colpa alla campagna acquisti di Berlusconi. Fini dovrebbe farsi qualche domanda, visto che il suo progetto è riuscito a trascinare fuori dal Pdl una pattuglia sparuta di parlamentari, una parte dei quali è già sulla via del ritorno.
Fini perde pezzi perché non basta mettersi contro Berlusconi per conquistare le folle, non basta condire le vecchie idee con qualche concezione presa a prestito a sinistra, non basta evocare il terzo polo per materializzarlo e non basta atteggiarsi a leader per esserlo per davvero.
Fini, che paga la contraddizione dell’essere leader di partito e di non mollare la presidenza della Camera, tra l’altro ha ottenuto anche il notevole risultato di apparire sospetto a destra, perché considerato un “traditore”, e a sinistra per essere stato a lungo un neo-fascista e per aver inghiottito silente tutte le cose che oggi rimprovera a Berlusconi.
Il risultato è che Fli è una sorta di ectoplasma senza anima che scontenta un po’ tutti. Doveva essere la nuova destra alla Sarkozy, il gollismo italiano. Rischia di finire come l’Udeur di Mastella.
giuseppe.morello@affaritaliani.it

giovedì 17 febbraio 2011

Eric Schmidt: "In arrivo una nuova bolla"

Il CEO di Google prevede lo scoppio di una nuova bolla finanziaria, alimentata dal valore eccessivo attribuito a Facebook, Twitter e soci.

[ZEUS News - www.zeusnews.com - 16-02-2011]
Eric Schmidt bolla speculativa
Eric Schmidt è preoccupato: teme che quanto sta accadendo aiprotagonisti attuali della Rete ci stia portando dritti verso una nuova bolla speculativa.
Schmidt, ancora per qualche settimana CEO di Google, si riferisce al valore attribuito a certe società: Facebook con i suoi 50 miliardi di dollari, Twitter con i suoi 8 o 10 miliardi, Groupon con una stima superiore ai sei miliardi offerti da Google.
Tutte queste realtà, per quanto piene di utenti, ancora non sembrano avere un modello di business sostenibile né, non essendo ancora quotate in borsa, hanno ancora dimostrato per davvero il proprio valore: Schimdt sospetta che quello loro attribuito loro sulla base di una futura, enorme profittabilità non corrisponda al vero.
Il primo banco di prova sarà l'approdo in borsa di LinkedIn: allora i giochi si faranno più seri, e un eventuale scivolone del social network professionale potrebbe avere ricadute preoccupanti sui colleghi che stanno preparano lo stesso passo e su cui gli investitori, al momento, sperano molto.
A questo proposito Schmidt è stato, in un'intervista concessa alla rivista svizzera Bilanz, piuttosto diretto: "Ci sono chiari segni di una bolla... Ma le valutazioni sono quello che sono. La gente crede che queste aziende raggiungeranno grandi risultati in futuro".
È dunque possibile - questo almeno pare pensare il CEO di Google - che si prepari un disastro di grandi proporzioni come quello che si verificò all'inizio del decennio scorso.

Esame di coscienza di un eretico

mercoledì 16 febbraio 2011

Franco Freda celebra il 150° dell’unità d’Italia

Franco Freda celebra il 150° dell’unità d’Italia
Quo vult tendat iter quisquis, dum conscius unde.

Con la presentazione del volume “La carboneria” appena stampato dalla propria casa editrice, Ar, Franco Giorgio Freda ha voluto ricordare a modo suo il 150° anniversario dell’unità d’Italia. L’incontro si è svolto oggi nei locali dell’Adel Libreria Ar, appena aperta in un palazzo e in un luogo cruciali del nostro risorgimento, palazzo de Concilij-Testa in piazza della Libertà ad Avellino, dove nel 1820 i patrioti di Lorenzo de Concilij proclamarono la prima costituzione italiana. Freda ha rievocato le vicende ottocentesche appunto ‘a modo suo’, perché della carboneria non gli interessava cogliere i sentimenti liberali e l’ottimistico utopismo, ma la disponibilità a combattere, a scrollarsi di dosso l’inerzia e la rassegnazione. “Non importa tanto la bandiera, quanto l’arma. E soprattutto chi le impugni, che deve essere persona retta, tenace, disinteressata. Bisogna avere il coraggio di gettarsi alle spalle le ideologie” – così l’editore di origini irpine ha risposto a chi pensava di vedere una contraddizione tra le sue note idee reazionarie e i ‘valori’ risorgimentali. La chiusa del discorso è stata una citazione da un testo di Friedrich Nietzsche di cui ha curato lui stesso la traduzione e l’edizione: “Avevamo sete di baleni e di azione, ci tenevamo a mille miglia dalla felicità dei deboli, dalla ‘rassegnazione’…” Del fermento risorgimentale è questo che importa cogliere a Freda: il baleno, l’azione, la volontà, l’audacia di una energica ribellione di masnadieri “voluttuosamente liberi come nibbi”.
Avellino, 14 febbraio 2011
_____________
I Sublimi Maestri Perfetti. – La Carboneria. Dal risvolto di copertina: Intorno al 1818, Filippo Buonarroti […] trasformò la società segreta dell’Adelfìa (a carattere antibonapartista) nella Società dei Sublimi Maestri Perfetti.[…] Il costituzionalismo era strumentale: doveva servire […] ad aprire la strada a un modello di ‘comunismo gerarchico’. Pp. 88. Edizion di Ar, 2010. Euro 9,00
Digitalizzato a 16-02-2011 17-541

La "soluzione finale" nel Medio Oriente

di Alfatau - 16/02/2011

http://liveinternet.it/wp-content/uploads/2011/02/egitto-manifestanti-e-lavoratori-i-due-volti-del-cairo-1.jpg
Gli avvenimenti che stanno interessando i Paesi di religione islamica ricordano molto da vicino quello che accadde circa alla metà degli anni Settanta in Europa: nell'arco di pochi mesi, tra il 1975 ed il 1977, Grecia, Spagna e Portogallo furono provvidenzialmente "liberate" da regimi autoritari che non erano più chiaramente al passo coi tempi. 
Molti sono ancora gli interrogativi sulla singolare sincronia con cui si verificò quel cambiamento, e non sono pochi gli storici che lo pongono in relazione con una nuova impostazione della politica americana che richiedeva l'abbandono di questi scomodi alleati, fino ad allora sostenuti senza riserve, in virtù del loro sicuro anti-comunismo, nonostante la loro davvero scarsa presentabilità democratica, soprattutto ora che iniziava con l'Urss il lungo confronto propagandistico sui diritti umani, destinato a divenire uno dei non ultimi fattori che hanno contribuito al rapido indebolimento del regime sovietico. 
Taluni osservatori inseriscono in questo quadro persino gli avvenimenti dell'Iran del 1978-79, che avrebbero condotto, come sappiamo, al trionfo del regime khomeinista: taluni osservatori, soprattutto legati all'intelligence francese, ritengono infatti che il successo shiita sarebbe stato nient'altro che una sorta di incidente di percorso in uno scenario che postulava comunque l'abbattimento del regime autoritario dello shah. 
Quello che sta accadendo in Nord Africa è sicuramente legato e favorito da fattori interni, in Paesi che da troppo tempo sono oppressi da sistemi politici oligarchici che hanno derubato di tutto i loro popoli e ne hanno schiacciato ogni libera possibilità di sviluppo. Ma è altrettanto indubbio che l'unica ragione per cui regimi così corrotti e privi di un consenso effettivo sono sopravvissuti tanto a lungo sta nel benevolo supporto fornito loro dall'Occidente: questo vale per la Tunisia, nella cui involuzione l'Italia ha avuto fra l'altro un ruolo di grande rilievo, benché mai apertamente rivendicato; per l'Egitto, in virtù delle posizioni accomodanti verso l'egemonia israeliana che Mubarak ha sempre mantenuto, divenendo per questa essenziale ragione l'uomo chiave degli Usa nell'area; vale ancor di più per la Giordania, vero baluardo filo-israeliano nella regione; vale sicuramente, anche se in modo differente, per l'Algeria, la prossima possibile "rivoluzione", in questo caso grazie al particolare rapporto che la lega alla Francia. 
C'è da chiedersi ora se la scelta occidentale di sostenere dei regimi in cui sono i militari a diventare garanti insieme dell'evoluzione democratica e dell'allineamento filo-occidentale e non anti-israeliano, sia una scelta davvero lungimirante. Questo ruolo di "fattore d'ordine", attribuito alle forze armate, è un classico della politica occidentale: è avvenuto nel corso della decolonizzazione ed è stato ricorrente in tutte quelle situazioni nel cosiddetto Terzo Mondo in cui, per l'assenza di una precisa identità nazionale e di tessuti sociali consolidati, gli eserciti erano le sole istituzioni in grado di reggere una parvenza di legalità e di evitare pericolose derive filo-comuniste, come ora potrebbero esservene di filo-islamiste. 
Il problema è che, dopo avere parlato per quasi due decenni, di democracy building il dover fare ricorso alle forze armate, come pretoriani che difendono insieme la democrazia ed un allineamento internazionale, rappresenta un ennesimo fallimento nel bilancio della politica occidentale nell'area arabo-islamica. 
Ma questa scelta potrebbe in realtà essere rivelatrice di ben altro scenario: quello, da tempo ipotizzato da molti osservatori, come G. Colonna nel suo Medio Oriente senza pace, secondo il quale il Medio Oriente "allargato" (che spazia cioè dal Marocco al Pakistan e dalle repubbliche centro-asiatiche al Corno d'Africa) si starebbe rapidamente avvicinando ad una resa dei conti rivolta a disegnare una volta per tutte un assetto stabile per l'area, sotto la sola possibile e credibile egemonia regionale, quella israeliana. Un redde rationem in conseguenza del quale dovrebbe cadere Ahmadinejad in Iran, dovrebbe essere sradicata l'influenza del Partito di Dio in Libano e dovrebbe essere assicurato il controllo delle riserve petrolifere mondiali grazie alla stabilizzazione dei precari regimi del Golfo; dopo di che si potrebbe pensare ad un ritiro dall'Afghanistan e ad un controllo del caos pakistano attraverso un crescente ruolo dell'India, come pilastro ad oriente di questo assetto complessivo. 
Le parole con cui Hosni Mubarak, come molti dei suoi predecessori scaricati dagli americani, si sarebbe scagliato contro questi ultimi, secondo quanto ha riferito l'ex ministro israeliano Benjamin Ben-Eliezer, sono perciò abbastanza patetiche: egli avrebbe infatti preannunciato una valanga islamista che si andrebbe ad estendere dall'Egitto al Golfo Persico, senza capire che, proprio per stabilizzare la regione dal pericolo islamico e realizzare una soluzione definitiva per gli equilibri della regione, occorre sostituire in tutta fretta, prima che sia troppo tardi, regimi non più presentabili con nuove "democrazie", il cui orientamento filo-occidentale e non ostile allo Stato ebraico sia garantito dai militari - secondo il modello della Turchia, almeno fino a quanto questa non ha dovuto subire la sanguinosa offesa del massacro della Freedom Flottilla
Il fatto che, negli ultimi mesi, il processo di pace in Palestina sia stato chiaramente abbandonato dagli israeliani, in spregio a qualsiasi, pur fievole, pressione nord-americana, fa chiaramente presagire che il tempo delle decisioni irrevocabili è oramai maturo e che si attende solo appunto il momento opportuno per intraprendere i passi decisivi che dovranno assicurare una pax israeliana nell'area: l'affannoso via vai di alti gradi militari statunitensi con i parigrado israeliani, fra gli Stati Uniti e la Palestina, nelle ultime ore, dimostra che un altro passo è stato compiuto per la soluzione finale dell'intreccio mediorientale.

martedì 15 febbraio 2011

Carta d'identità sul cellulare

Mobile world congress, la carta d'identità sul cellulare
di Lorenzo Gennari
Mobile world congress, la carta d'identità sul cellulare
lunedì 14 febbraio 2011
La carta di identità dal dispositivo cellulare alla scheda sim. È una delle novità proposte oggi a Barcellona al Congresso mondiale della telefonia mobile (MWC) che durerà fino a giovedì.
Si è aperta oggi a Barcellona l’edizione 2011 del Mobile World Congress, la manifestazione più importante dedicata al mondo dei dispositivi portatili. Tra le primissime novità a destare l'attenzione dei visitatori, c'è un'idea che interessa da vicino la Pubblica Amministrazione. Si tratta di un sistema che utilizza la scheda sim dei cellulari e un sistema di trasmissione dati di prossimità al fine di integrare, all'interno dell'area di memoria dei chip delle schede, un numero d'identità che funzioni da documento di riconoscimento.
La paternità del progetto è dell'azienda spagnola Telefonica e, più propriamente, del settore ricerca e sviluppo rappresentato dal consigliere delegato Carlos Domingo. «Il numero di identità servirà per identificare in maniera sicura una persona - ha spiegato il consigliere - per accedere a qualunque pagina, soprattutto quelle dei servizi bancari, imprese di servizi, istituzioni pubbliche come comuni, agenzia tributaria».
Non bisogna però confondere il numero di identità con una sorta di firma digitale mobile. Infatti, il vantaggio della carta di identità elettronica è che per essere letta non c'è bisogno di nessun pc o lettore elettronico, ma è sufficiente avere con sè il proprio telefono cellulare, a fare il resto ci pensa il sensore di prossimità.
L’edizione di quest'anno del Mobile World Congress, che vedrà la partecipazione di circa 1.300 espositori in rappresentanza di oltre 200 paesi, dedicherà un ampio spazio espositivo al mondo delle applicazioni e dei servizi, con un "App World" completamente ridisegnato. Non a caso, il sistema d'identificazione tramite sim card apre le porte ad una serie di applicazioni di tipo software che possano avvalersi dell'idea della compagnia spagnola.
Articoli Correlati

Che cos’è la pornografia?

Pornografia
di Francesco Lamendola - 11/02/2011
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
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Che cos’è la pornografia?
L’Enciclopedia Treccani così risponde: «Trattazione o rappresentazione (attraverso scritti, disegni, fotografie, film, spettacoli, ecc.) di soggetti o immagini ritenuti osceni, fatta con lo scopo di stimolare eroticamente il lettore o lo spettatore». 
Come definizione “tecnica”, per così dire, può piacere o non piacere; certo lascia impregiudicata la questione centrale, ossia perché determinati contenuti siano ritenuti osceni (ma da chi?, questo è il punto); e, inoltre, perché la stimolazione erotica del pubblico costituisca una manifestazione di pornografia. 
Vediamo. 
Un contenuto espressivo (scritto, figurativo, cinematografico, ecc.) si può considerare osceno quando offende il senso del pudore. Un tempo si diceva: “il comune senso del pudore”; ma l’espressione, anche se non risale ai faraoni, bensì a una generazione fa, è divenuta peggio che obsoleta: impronunciabile. 
Infatti, nel giro di pochi anni, si è verificata una rivoluzione etica ed estetica che ha distrutto la nozione stessa di un “comune senso del pudore”, come parte di una più vasta rivoluzione che ha distrutto tante altre nozioni del sentire, del pensare e dell’agire comune, in omaggio alla pirandelliana dissoluzione dell’io e del concetto di verità oggettiva. 
Arduo, perciò, dire che cosa sia da considerarsi, oggi, osceno; ancora più arduo, se non addirittura impossibile, dire per chi. 
Altrettanto arduo tentare di rispondere alla ulteriore domanda che ci eravamo posta, e che è una estensione della prima: perché la stimolazione erotica del prossimo, ottenuta per mezzo delle forme espressive e comunicative, possa o debba considerarsi come una manifestazione di oscenità e, quindi, di pornografia. 
Da parte nostra, ci sembra che oscenità e pornografia non siano perfettamente sinonimi. La pornografia, infatti, non è soltanto oscenità, ma ricerca deliberata ed ostentata dell’oscenità, compiacimento di essa, uso di essa allo scopo di ottenere un risultato ulteriore: la popolarità, il denaro, il potere e simili. 
Dunque, la bestemmia è oscena, perché viola il senso del rispetto dovuto al prossimo (per limitarsi alla dimensione immanente), nel momento stesso in cui sollecita, implicitamente, una condivisione, o, quanto meno, suggerisce e stimola una complicità, precisamente nella forma del sorriso, sì da configurarsi come una forma di corruzione morale del prossimo, particolarmente dei giovani. 
Nella pornografia, però, c’è qualcosa di più e di più sottile: c’è la separazione della parte dal tutto; c’è l’involgarimento di ciò che, in se stesso, è naturale; c’è il sovvertimento del giusto ordine delle cose, per cui esiste un ambito di riservatezza che deve essere rispettato e che, bello e nobile nella sfera intima, diviene irrimediabilmente brutto e miserevole se portato sotto la luce spietata dei riflettori ed esposto allo sguardo impudico degli altri. 
Le recenti vicende del “caso Ruby” hanno rispolverato parole che sembravano dimenticate, cadute ormai dal vocabolario, che corre sempre più in fretta: parole come “etica”, “lecito”, “esempio”, “dignità”, “vergogna”, “moralità”. 
Gli Italiani, tanto per cambiare, si sono divisi: paradossalmente, “bacchettoni” sono apparsi soprattutto i progressisti, i laicisti, gli eredi della tradizione politica della sinistra; “tolleranti” si sono dichiarati i conservatori, i difensori dei valori cattolici (a parole), gli eredi della tradizione politica della destra. Tanto per capire fino a che punto sia giunta la confusione delle menti e delle coscienze nel nostro Paese. 
Si sono visti preti indignati, in chiesa, durante l’omelia, leggere pagine del quotidiano «L’Unità»: una cosa che, fino a pochissimo tempo fa, sarebbe stata semplicemente impensabile; per contro, si sono visti padri e, soprattutto, madri di famiglia, persone qualunque, radunarsi nei gazebo del partito del presidente del Consiglio, per esprimergli tutta la loro incondizionata fedeltà, contro l’inqualificabile attacco sovversivo dei pubblici ministeri di Milano. 
Il resto del mondo ci guarda allibito. 
In qualsiasi Paese serio, e il cui popolo possieda un minimo di rispetto per se stesso, i comportamenti di un presidente del Consiglio come il nostro, sarebbero stati giudicati da un pezzo come pura e semplice pornografia: non solo e non tanto le sue feste private a luci rosse, ma tutto l’insieme del suo comportamento, e non solo riguardo all’ultima vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto: la sua ostentazione d’impunità, la sua arroganza, il suo quotidiano disprezzo delle regole, la sua totale mancanza di buona educazione. 
Di più: tutta la politica italiana, il contegno di tutta la classe dirigente italiana, salvo rare e lodevoli eccezioni, risultano irrimediabilmente pornografici, nel senso più ampio e comprensivo del termine: anche se non stimolano l’eccitazione sessuale, stimolano però i peggiori istinti delle persone: la strafottenza, la cialtroneria, l’improntitudine, l’amoralità eretta a sistema e prepotentemente sbandierata, con una sorta di aberrante e delirante fierezza. 
Il problema, quindi, non è semplicemente dato dal fatto che ci troviamo ad avere un simile personaggio nel ruolo istituzionale di presidente del Consiglio; il problema è l’esistenza di una intera classe dirigente, che, nel consesso dei Paesi seri e rispettati, non ha letteralmente l’uguale in quanto a sfrontatezza, piccineria, mancanza di senso etico, sistematico perseguimento del proprio egoistico interesse. 
E, dunque, il problema siamo noi, noi comuni cittadini, che accettiamo e permettiamo tutto ciò e che, anzi, continuiamo a riporre la nostra fiducia in uomini politici, imprenditori, finanzieri, intellettuali e giornalisti totalmente screditati a causa della loro inettitudine, corruzione, ristrettezza di vedute, mancanza di progettualità, grottesca presunzione. 
Dicevamo che la vera pornografia si ottiene separando la parte dal tutto e presentando la parte come se fosse il tutto: ad esempio, quando si mostra il sesso nelle sue forme più crude, separandolo radicalmente dalla dimensione affettiva che lo comprende e lo riscatta dalla pura animalità; e, inoltre, quando lo si ostenta con compiacimento, laddove esso dovrebbe rimanere confinato nel dolce mistero di due esseri che si incontrano nella sfera privata e si scambiano una profonda, intensa esperienza di condivisione, che può giungere fino al sublime. 
Ebbene: pornografia non è solo l’idea di un anziano rappresentante delle istituzioni che fa del sesso, pagando cifre a molti zeri, con giovanissime ragazze, fra cui delle minorenni; pornografia è anche lo stuolo dei suoi accoliti che lo difende, che si appresta a far abbassare, in Parlamento, la soglia della maggiore età (ennesima legge «ad personam»), che incita lo sdegno popolare contro i magistrati che hanno osato inquisirlo; e pornografia è pure la levata di scudi di tanti cittadini qualsiasi, uomini e donne, che dicono, inviperiti: «Ma insomma, lasciatelo in pace: sarà o non sarà libero di fare quello che vuole, in casa sua?». 
Pornografia è una politica che urla, che mente, che aggira, che disinforma, che confonde, che illude, che prende in giro, che travisa, che stravolge, che irretisce e che manipola. 
Pornografia è una classe imprenditoriale che, dopo decenni di finanziamenti statali, pianta in asso baracca e burattini e comincia a fare le valige per trasferire all’estero impianti e capitali, senza neanche dire un “grazie”. 
Pornografia è un sistema bancario che deruba i pensionati e le vecchiette e che fa arricchire, in modo sempre più indecente e parassitario, i gruppi economici “blindati”. 
Pornografia è un sistema di informazione mercenario, pagato dai soliti padroni del vapore e tutto inteso a fare il lavaggio del cervello ai lettori e ai telespettatori, accumulando le menzogne più sfrontate e le fanfaronate più ridicole e penose. 
Pornografia è un sistema giudiziario che, dopo aver prosciolto o lasciato prescrivere i grandi reati finanziari e malavitosi, dopo aver lasciato impunite tutte le stragi degli anni di piombo, dopo aver concesso la libertà provvisoria o gli arresti domiciliari a imprenditori truffaldini e banchieri senza scrupoli, lascia senza verità, senza giustizia e senza risarcimento le famiglie truffate, i risparmiatori rovinati, i parenti delle vittime di delitti odiosi. 
Pornografia è che un calciatore guadagni in una settimana quello che un operaio guadagna in un anno; che una velina televisiva guadagni in un mese la stessa cifra; che lo Stato arricchisca con il ricavato dei monopoli sul fumo, quando poi dovrà prelevare dalle tasche dei contribuenti le spese ospedaliere per i malati di tumore ai polmoni; e che si ingrassi con i soldi delle giocate dei cittadini alla lotteria, invece di trasmettere la dignità del lavoro e il valore del risparmio. 
Pornografia è che una soubrette da quattro soldi venga eletta nei consigli regionali e che vada addirittura in Parlamento, che sieda sui banchi del Consiglio dei ministri, mentre migliaia di giovani laureati, seri, competenti, intelligenti e creativi, devono prendere la via dell’estero per trovare una sistemazione professionale decente e proporzionata alle loro capacità. 
Pornografia è che certi personaggi della politica, più e più volte inquisiti per reati vergognosi, ivi compresa l’associazione mafiosa, se ne vadano in giro con la scorta, quella scorta che viene negata a coraggiosi commercianti o piccoli imprenditori che si rifiutano di pagare il pizzo e che poi vengono feriti o ammazzati. 
Pornografia è che, mentre fedeli servitori dello Stato rischiano la vita tutti i giorni, oltre a rinunciare alla serenità familiare, per difendere la legalità, specialmente nelle regioni del nostro Paese che sono dominate dalla criminalità organizzata, vi siano magistrati, amministratori e uomini politici che con la mafia e la camorra fanno affari miliardari, che studiano il modo per far rilasciare i delinquenti arrestati, per farli assolvere con dei processi farsa, per ostacolare in ogni modo e perfino per concorrere all’eliminazione fisica dei loro colleghi che non accettano una simile logica, che non si lasciano corrompere, che non disonorano il ruolo che ricoprono. 
Pornografia è che si mandino a morire i nostri alpini sulle montagne dell’Afghanistan, per una guerra che non ha senso e che era già persa in partenza, mentre nel cuore di molte nostre città si vive in un clima da Far West, con rapine, sparatorie ed omicidi che insanguinano l’asfalto tutti i giorni, e che spesso travolgono i passanti, gli innocenti, i bambini. 
Pornografia è che vi siano medici che operano pazienti sani al solo scopo di arricchire, all’interno di un sistema sanitario in cui, sovente, mancano le lenzuola per i letti d’ospedale e, qualche volta, perfino le garze ed i cerotti per le medicazioni; e che tutti questi fatti vengano accettati con fatalistica rassegnazione, senza un moto di ribellione, senza un fremito di sacrosanta indignazione, senza un pronto intervento della giustizia amministrativa e di quella penale, che allontanino drasticamente gli incapaci e gli indegni e che li obblighino a restituire il maltolto e a risarcire, nei limiti del possibile, il malfatto. 
Pornografia è una strada cittadina che rimane dissestata per anni, o in cui i lavori in corso restano fermi per mesi e mesi, inspiegabilmente; in cui chilometri e chilometri di autostrada non procedono, restano in condizioni precarie, a dispetto dei continui incidenti automobilistici, delle code spossanti, dei disagi e dei pericoli per i viaggiatori: mentre il denaro pubblico serve quotidianamente ad asfaltare le strade che portano alle ville dei potenti, a dotarle di una eccellente illuminazione, a costruire costosissime opere “pubbliche” che verranno usufruite da quattro gatti ma che, in compenso, porteranno consistenti somme di denaro nelle tasche di pubblici amministratori e dei loro degni amici e parenti banchieri e imprenditori. 
Pornografia è lasciare in funzione fabbriche tossiche in prossimità dei centri abitati, in spregio alla salute dei cittadini; innalzare i livelli di tollerabilità alimentare, per consentire la vendita di prodotti che, all’estero, sarebbe sequestrati dalla guardia di finanza; consentire alle industrie farmaceutiche di continuare a vendere, fino ad esaurimento delle scorte, medicine di cui è stata accertata l’assoluta inefficacia o, peggio, la dannosità, al solo scopo di non compromettere i loro profitti. 
E pornografia è tollerare che ogni giorno, in Italia, si verifichino in media tre incidenti mortali sul lavoro, nonché decine di infortuni più o meno gravi: e questo per portare a casa circa mille euro al mese; mentre esperti di dubbia competenza sono pagati dallo Stato cifre favolose per delle perizie o delle relazioni di carattere ordinario, e mentre i baroni universitari monopolizzano le cattedre con i relativi emolumenti, per se stessi e per la propria numerosa figliolanza, ivi compresi generi e nuore. 
Insomma: l’Italia è diventata un Paese osceno; un Paese pornografico. 
Ci siamo avvelenati poco a poco, giorno dopo giorno, guardando la televisione spazzatura e ascoltando le sirene del consumismo più becero e cialtrone. 
Ma gli Italiani non sono tutti così. In fondo al loro animo ribolliscono di indignazione, ma non sanno a chi rivolgersi, non sanno come incanalarla… 
Ecco: è da qui che bisognerebbe incominciare, per uscire dall’emergenza morale in cui ci troviamo; per uscire dalla palude fangosa in cui siamo sprofondati, poco alla volta, insensibilmente ma inarrestabilmente. 
Perché una emergenza morale esiste ed è all’ordine del giorno: le storture della politica, della finanza, dell’economia, della pubblica informazione (o della sistematica disinformazione), della cultura (o, piuttosto, della pseudo cultura), partono tutte da qui. 
La nostra emergenza ha un nome, e non ne verremo fuori sino a quando non avremo il coraggio di farci una dura, spietata autocritica e di chiamare la palude, nella quale siamo colpevolmente sprofondati, con il suo vero ed unico nome: pornografia.

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