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venerdì 25 febbraio 2011

Lettera

Egregio Direttore,
ormai la vulgata mediatica sulle varie Sarah di Avetrana, Yara di Brembate di Sopra e le gemelline svizzere sta passando in secondo piano, rimpiazzata dagli avvenimenti esplosivi in Nord Africa.
I media ci comunicano che non sono più orchi e maniaci vari a doverci spaventare ma i probabili 300.000 o addirittura un milione e mezzo di clandestini che dovrebbero sbarcare (forse) a breve sulle nostre coste, in fuga dalle loro rispettive nazioni. Come siano state calcolate queste cifre non è dato a sapere ma comunque prendiamole per attendibili.
L’Unione Europea ci ha gentilmente anticipato che sono affari nostri (e hanno pure ragione visto che la UE, nel suo insieme, è un gigantesco bidone), Maroni e la Lega (da bravi anti-immigrati) annunciano l’apertura di nuovi centri d’accoglienza (anche in Padania), il Vaticano sta zitto in attesa di sapere da che parte conviene stare ma sappiamo già come la pensa (purché i migranti non chiedano asilo in Piazza San Pietro o nella tenuta di Castelgandolfo), al governo si accusano l’un l’altro, come dei veri mentecatti, su chi ha sostenuto o meno Gheddafi e chi doveva telefonargli per primo e dargli del bricconcello. Il messaggio è quindi chiaro: Italiani preparatevi ad accogliere queste masse, a vestirle, a dare loro un lavoro, una casa, garantire cure mediche e diritti che nei loro paesi di origine sarebbero fantascienza. Se protestate siete razzisti e magari anche negazionisti.
Abbiamo migliaia di soldati in Afghanistan dislocati in una specie di deserto dei Tartari, in mezzo al nulla più assoluto, quando questi servirebbero nel Mediterraneo assieme alla Marina Militare (beatamente ancorata nei porti) e all’Aviazione Militare (felicemente immobile a ridosso delle piste di decollo) per formare un cordone protettivo al limite delle acque territoriali ed intercettare tutte le imbarcazioni, scoraggiandole a proseguire verso il nostro territorio, obbligandole a tornare da dove sono venute, usando la forza e le armi se necessario, onde fermare queste orde di barbari ebeti e brutali che sporcano e rompono tutto ciò che toccano. Imprechi pure l’Unione Europea e lancino pure i loro latrati le organizzazioni umanitarie che ci vogliono far digerire questo pattume, facendo passare l’idea che noi tutti siamo colpevoli e responsabili. Non facciamoci però delle illusioni, il materiale umano europeo, in genere, a forza di sensi colpa, di pentimenti e di commemorazioni, è stato allegramente castrato. Col passare delle generazioni, il sistema nervoso degli europei, già debilitato da un eccessivo consumo di alcool, di droghe, di televisione e di imbarbarimenti politici e culturali, è stato annientato lasciando al suo posto una carcassa piena di carne e di pulsioni consumistiche e triviali.
E’ così che ci hanno invaso e continueranno a farlo, senza armi, senza uniformi e senza un’apparente violenza ma il problema fondamentale è che il sangue ci fa paura e nella nostra ingenuità crediamo che se saremo buoni con gli altri questi lo saranno anche con noi. Il fatto è che non sappiamo più nemmeno uccidere un coniglio, figuriamoci un nemico!
Distinti Saluti

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao Stefano,
mi incuriosivano il mittente e il destinatario della lettera.

ciao.

stefno1 ha detto...

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