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mercoledì 2 febbraio 2011

Certificati online, il botta e risposta tra i medici e Brunetta

Certificati online, il botta e risposta tra i medici e Brunetta
di Lorenzo Gennari
martedì 1 febbraio 2011
Il sindacato dei medici è in procinto di proclamare lo stato d'agitazione generale per protestare contro la posizione del ministro Brunetta sulla sospensione delle sanzioni relative ai certificati medici online. Brunetta risponde in tv e sul web.
«Proclameremo lo stato d'agitazione generale e avvieremo subito tutte le iniziative sindacali necessarie per protestare contro la posizione del ministro Renato Brunetta che appare del tutto ingiustificata e vessatoria nei confronti dei medici ospedalieri». Sono queste le dichiarazioni del Presidente Nazionale del Coordinamento Italiano dei Medici Ospedalieri - Associazione Sindacale dei Medici Dirigenti (Cimo-Asmd), Riccardo Cassi, dopo il no del ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione alla richiesta dei sindacati di prorogare la sospensione delle sanzioni, relative ai certificati medici online, fino a quando il sistema non sarà a pieno regime.
Da parte sua, il ministro Renato Brunetta, ospite di una trasmissione in tv, ha risposto, a una domanda del giornalista proprio sui mugugni dei medici chiamati a certificare online lo stato di malattia dei propri assistiti, che «le sanzioni scattano solo se un medico si rifiuta di fare i certificati».
«Se ci dovesse essere un piccolo blocco momentaneo - ha sottolineato - le norme già prevedono che non ci siano sanzioni. Al contrario, se qualcuno dice: non lo farò mai e chi se ne frega di Brunetta, allora scattano sanzioni».
Intanto, il botta e risposta continua sul web e, sul sito del Cimo-Asmd, compare la risposta ufficiale del ministro Brunetta alla lettera firmata dalle diverse sigle sindacali sempre in merito ai certificati online. Nel documento, Brunetta non fa che mettere nero su bianco ciò che continua a dire in tv.
Secondo il presidente di Cimo-Asmd, il problema è da spostare non tanto sulle intenzioni, quanto sulle strutture. Gli ospedali, infatti, «non sono ancora in grado di garantire a tutti i medici un collegamento Internet. In condizioni del genere - fa notare Cassi - non è possibile minacciare sanzioni».

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