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venerdì 22 ottobre 2010

Legge antinegazionista: a che punto siamo?


DAL 7 OTTOBRE AD OGGI: APPUNTI SULLA SITUAZIONE


Il tentativo di introdurre una legge antinegazionista in Italia lanciato da Pacifici  il 7 ottobre scorso in esatta coincidenza con l’articolo di Repubblica sulla mia lezione, si fa sempre più difficile: la pretesa liberticida del Presidente della Comunità romana – una sua vecchia idea, reiterata negli ultimi anni quasi sempre sull’onda di improvvisi scandali mediatici appositamente montati – ha trovato infatti autorevoli smentite in tutto il mondo politico e anche al di fuori di esso: su Repubblica con lo storico Prosperi, dentro lo stesso ebraismo italiano con Bidussa, da parte della Chiesa cattolica con un articolo dell’ Osservatore romano che ieri ha ribadito quanto già scritto in un editoriale della rivista dei gesuiti dell’estate 2007, sull’onda della vicenda Faurisson: la libertà di opinione non si tocca, le opinioni non possono essere ritenute reato, le Università devono essere luoghi di libero insegnamento.    Buone notizie vengono anche dalla Francia, il paese che – a vergogna della sua tradizione laica – approvò una ventina d’anni fa la famigerata legge antinegazionista Fabius-Gayssot: come infatti mi segnala una collega francese, l’ex ministro della giustizia Robert Badinter, già difensore della Comunità ebraica francese nel primo processo a carico di Faurisson, si è pronunciato qualche giorno fa per la sua abolizione. Una presa di posizione importante. Immobile resta solo il paese europeo degli orrori liberticidi, la Germania, dove come noto c’è persino un avvocato in galera – l’avv. Sylvia Stolz – colpevole di aver difeso in aula un negazionista con argomenti negazionisti. Un obbrobrio da Inquisizione del terzo millennio, su cui solo esponenti liberali e di destra si sono pronunciati.
La mossa di Pacifici è perciò stata respinta e ridimensionata. Ieri il promotore dell’aggressione squadrista del 2007 a Teramo (tale per capitolo di prova in base al quale si è presentato come teste al processo romano del 2009: tranne poi che ha ritrattato in aula, e il giudice non ha detto nulla, ha continuato a interrogarlo come se nulla fosse) ha riesternato il suo desiderata sul giornale gratuito Metro, mentre sullo stesso Corriere della sera che diretto da Mieli aveva ospitato la sua esaltazione di pistole, manate e cinquine contro Moffa e Faurisson nel 2007, lunedì scorso l’autorevole opinionista Sergio Romano, rispondendo a un lettore pro-bavaglio storiografico, si è detto nettamente contrario alla definizione per legge quale che sia verità storica. Con Lui Sergio Luzzatto, sul Sole 24 ore. Insomma la situazione è molto cambiata rispetto ai primi giorni successivi l’assalto a una lezione che nessuno ha probabilmente ascoltato e che stava sul sito del master e mio personale dal 27 settembre precedente. La certezza del varo della legge-bavaglio si sta tramutando in certezza opposta.
Tuttavia non si tratta ancora di sconfitta definitiva e non tanto perché la partita potrebbe non essere ancora chiusa – entra nel groviglio del ricatto di Fini, mentore Luttwak e De Benedetti, sul governo - ma anche perché il furbacchione o il suo giro potrebbero puntare ad altro. Da una parte raccogliere i frutti del clima di odio contro la mia persona col risultato di una possibile aggressione: che siano manate, o cinquine o pistole di cui alla sua esternazione sul Corriere della sera del 19 maggio 2007, all’epoca diretto dal grande storico Paolo Mieli, tutto potrebbe far brodo. Ecco perciò quanto accaduto sul pianerottolo del mio appartamento giovedì scorso, quando ho sentito prima un “la shoah esiste!” da una voce forse giovanile, poi dei colpi alla mia porta ed infine uno scalpiccio di passi per le scale, probabile precipitosa fine della “missione” di “avvertimento”. Avevo deciso di tacere, ma poiché la macchina d’assalto non si ferma ora ne parlo. Complimenti.
Dall’altra, Pacifici potrebbe venir ben soddisfatto da un “compromesso” di non troppo nobile profilo: la legge non si farà, solo se il master teramano chiude e Moffa subirà sanzioni da parte del suo Ateneo.  E’ inverosimile un tale scenario? In punto di diritto e di logica sì perché se il progetto di legge antinegazionista non  passa – se cioè si affermano principi generali di rispetto della libertà di opinione e di difesa degli articoli 21 e 33 della Costituzione - non dovrebbero esserci neppure ricadute censorie dentro un Ateneo, a fronte di una lezione limpida per imparzialità, affatto negazionista, che critica alcuni aspetti del negazionismo e che ha stracitato in maggioranza autori ebrei in maggioranza ortodossi. Ma questo vale in generale: in realtà l’operazione “colpisci Moffa” che sembra essere un’ossessione del Pacifici (il presidente degli ebrei romani - di nuovo complimenti - ha testimoniato nero su bianco in Tribunale che i suoi collaboratori controllano tutti i giorni i miei siti ) ha a Teramo i suoi pasdaran -  come lo storico Gentiloni, il sociologo Minardi e l’eterno ricercatore Noto – e  come modello un buon precedente, il verbale del 3 luglio 2007 con cui La Facoltà diretta all’epoca dal Preside Pepe decise di chiudere il master a causa della vicenda Faurisson. Un verbale difforme dalla realtà dei fatti, perché non corrispondente all’effettivo svolgimento del “dibattito”: in esso il nome di Faurisson non compare mai  nonostante fosse stato citato ripetutamente, e si dichiara contemporaneamente alla sospensione del corso di studi, il rispetto del “principio della libertà di insegnamento”.  Con questo precedente – mai sanzionato da alcuna autorità esterna: la Procura perché non vigila? - tutto è dunque possibile.
Restano perciò tre cose da fare per vincere una battaglia che alla fine verrà vinta, perché la violazione così sistematica dei valori e laici e liberali, e cristiani che costituiscono i fondamenti buoni della storia europea, non potrà passare né in Italia né in Europa: la prima è  continuare a far circolare il no alla legge Gayssot “in salsa italiana”; la seconda, è cercare di capire cosa mai abbia detto il professor Moffa nella sua lezione. Ringrazio al proposito Mentereale.com che ha spezzato il mio video in più parti, a uso e consumo più vasto. A breve il testo scritto.  Ma soprattutto, bisogna andare alla radice del problema: come mai una piccola comunità sedicente di 35 mila persone – che va rispettata e difesa da teoriche possibili discriminazioni – riesce così facilmente ad arrogarsi il diritto di tentare di imporre il suo punto di vista a un popolo di 60 milioni di italiani? Come è possibile che un signore che minaccia pistole e cinquine contro chi non la pensa come lui, riesce non solo ad avere il sostegno dei membri della Comunità di appartenenza, ma anche ad essere ospitato e riverito sulle colonne di tutti i giornali italiani come fosse il Papa (errore: di solito il Papa viene preso a pesci in faccia). Esiste per caso una lobby in Italia, come ha ricordato anche Pietro Ancona su Face book? E se sì, controlla per caso anche la magistratura, che dovrebbe essere il potere garante dell’ applicazione della legge dei principi costituzionali nel nostro paese?
Claudio Moffa

PS. E’ possibile che fra qualche ora o domani, mi arrivi addosso un’altra raffica di diffamazioni in rete e altrove. Ma io continuo, prima si fermano lorsignori e poi mi fermo io.


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