Vogliamo giustizia!

Vogliamo giustizia!
Giustizia per i morti di Bologna

Ultimissime del giorno da ADNKRONOS

venerdì 22 ottobre 2010

DALLA STRAGE ALLA FARSA



Da: LIBERO
di: Andrea Morigi


Nessuna prova al processo per gli 8 morti di Piazza della Loggia a Brescia. Eppure il pm chiede 4 ergastoli per Zorzi, Maggi, Tramonte ed il generale Delfino


Per l’accusa, i responsabili della strage di Piazza della Loggia sono quattro: Delfo Zorzi,Carlo Maria Maggi, Francesco Delfino e Maurizio Tramonte.

Quel 28 Maggio del 1974, a Brescia morirono otto persone ed un altro centinaio furono ferite. Ed è praticamente l’unico dato storico accertato inconfutabilmente. Un solo elemento, del tutto insufficiente  ai pm Roberto di Martino e Francesco Piantoni, per ricostruire l’accaduto, in mancanza di una traccia materiale o anche di un labile indizio in grado di condurre a esecutori e mandanti.

Occorre ben altro per chiedere quattro condanne all’ergastolo e un’ assoluzione al processo in corso. Serve ben altro, cioè le dichiarazioni controverse dei pentiti, purchè siano organiche ad un teorema, a base di eversione nera e servizi deviati.

Ingredienti che non hanno retto all’usura delle pagine dei giornali dell’epoca e non si sono rivelati utili alla verità storica.

Per invocare la detenzione a vita per gli imputati, sono state disegnate intorno a loro ipotesi di ruoli che grosso modo individuano in Zorzi colui che avrebbe procurato l’esplosivo utilizzato per la strage; a Maggi si attribuisce un profilo da teorico dell’eversione, oltre la decisione di compiere la strage di Brescia; Tramonte avrebbe partecipato alle riunioni in cui veniva decisa la strage di Brescia, mentre l’ex generale dei carabinieri Delfino avrebbe conosciuto la destinazione dell’ordigno proveniente dal Veneto e si sarebbe reso responsabile di un depistaggio definito “mostruoso”.

Nei confronti di Tramonte sono stati chiesti, oltre all’ergastolo, anche 18 mesi d’isolamento diurno per calunnia. L’unico imputato di cui è stata chiesta l’assoluzione, infine, Pino Rauti, ex segretario del Movimento Sociale Italiano e tra i fondatori di Ordine Nuovo, ha secondo gli inquirenti “una responsabilità morale, predicava cose che poi sono state fatte”.

Per Rauti, suocero del sindaco di Roma Gianni Alemanno, è stata chiesta l’assoluzione per non aver commesso il fatto, con la formula dubitativa, quella prevista dal secondo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale.

La prossima settimana, sarà il turno degli avvocati difensori, che si preparano a controbattere  passo per passo la tesi accusatoria.

Troppi i punti deboli, a giudizio del legale di Maggi Mauro Ronco, che parla di “accanimento giudiziario” contro il suo assistito. Ed elenca i troppi precedenti storici sfavorevoli, in cui nemmeno la verità processuale ha avvalorato il racconto dei collaboratori di giustizia.

“Gli elementi probatori sono totalmente insufficienti per formulare un giudizio di responsabilità” attacca Ronco, ricordando che “ gli stessi soggetti sono già stati giudicati inaffidabili al processo per la strage di Piazza Fontana del 1969”

Il riferimento è a Carlo Digilio, scomparso nel 2005 a 68 anni, che ora “ viene riproposto nel medesimo modo, nonostante sia stata dimostrata, nella sentenza d’appello a Milano, la radicale inverosimiglianza ed infondatezza delle sue accuse”
Se davvero è tutto lì, per Ronco, allora si può confidare  “che questa tesi dell’accusa sia respinta”.

Del resto, era accaduto lo stesso anche per il cosiddetto “memoriale Siciliano”, costituito da rivelazioni poi interamente smentite e, comunque, senza riferimento alcuno all’attentato di Brescia.

I pm ritengono che dietro la ritrattazione vi sia stato un tentativo riuscito di corruzione. Senza riscontro oggettivi, nemmeno in questo caso. Nessuna prova: sembra divenuto quasi un ritornello, dopo cinque istruttorie e otto fasi di giudizio, durante le quali si è riusciti ad appurare soltanto che alcuni imputati sono stati ingiustamente detenuti ed in seguito risarciti, come accaduto a Cesare Ferri e Alessandro Stepanoff, innocenti accusati dal killer del Circeo Angelo Izzo.

Se i fatti non sono secondari, il teorema crollato per Piazza Fontana, non sta in piedi nemmeno per Piazza della Loggia.




Nessun commento:

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...