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mercoledì 21 aprile 2010

Il picconatore Fini



Non sappiamo e per la verità non ci interessano più di tanto le mosse di tale Gianfranco Fini, l'abbiamo già condannato a suo tempo e niente e nessuno ci farà cambiare idea.
Prendiamo però atto con soddisfazione che, sulla gioiosa e ricca macchina da guerra affaristico-piduista, si annuncia una gragnuola di picconate e questo non può che farci piacere specie dopo che, ancora recentemente, tanti italiani illusi e benpensanti (ma comunque mai tanti come quelli che non sono andati a votare) gli hanno rinnovato la loro fiducia ed il loro voto.
Crediamo però di poter dire qualcosa sulle motivazioni di questa improvvisa accelerazione di Fini.
Sappiamo che è abbastanza intelligente per non aver mai creduto alla "barzelletta" che girava nelle sezioni missine, cioè ad A.N. come abile mossa per entrare nella stanza dei bottoni, arraffare il potere, fagocitare Forza Italia e governare il Paese.
Ma il pensierino di scalare il potere, di passare da delfino a successore di Berlusconi, questo era sicuramente l'ambizioso obiettivo neanche tanto nascosto di Fini.
A quell'obiettivo aveva sacrificato tutto, ideali, valori e una grande Idea, sicuramente la più grande e rivoluzionaria Idea del '900, sulla quale ha sputato per allearsi e prestarsi al gioco della peggiore borghesia affarista, corrotta e antinazionale della storia d'Italia, validamente spalleggiato in quella operazione da colonnelli, capitani, tenenti e caporali missini, in feroce sofferenza da astinenza di potere.
Ma, come sempre succede in tutte le "onorate" famiglie, a volte il bizzoso padre-padrone ama tenere sulla corda i suoi aspiranti successori, metterli alla prova, a volte umiliarli davanti a tutti per ribadire il suo potere, ricordare spesso che se non era per lui sarebbero ancora nel fango o nelle fogne e questo trattamento, ad un arrivista ed opportunista pieno di sè come Fini, non poteva certo piacere.
Ora il risultato delle recenti elezioni regionali, con la vittoria della Lega ed il conseguente rafforzamento dell'asse con Berlusconi, ha costretto Fini, sempre più isolato nella sua pur importante terza carica istituzionale, a rompere gli indugi, a non limitarsi ad aspettare il "dopo" Berlusconi ma ad operare per avviare da subito quel "dopo".
E Fini non è il solo ad aver deciso di rompere gli indugi (vedi Luca Cordero di Montezemolo) e se tutto questo spaccherà il partito di "plastica" o del "predellino", tutta la situazione politica si avvierà a rapidi cambiamenti.
Intanto prepariamoci alle prossime intercettazioni a "luci rosse" che coinvolgerebbero propro Fini, intercettazioni subdolamente anticipate dai giornali di Berlusconi qualche tempo fa e che adesso salteranno sicuramente fuori, perchè anche le intercettazioni sono di serie A e buone (quelle contro l'avversario) o di serie B e cattive (quelle contro il padre-padrone).  
Godiamoci lo spettacolo!


Adriano Rebecchi
Ufficio Politico del MNP


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