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martedì 20 aprile 2010

Anche il conformismo pecorile è una scelta


Anche il conformismo pecorile è una scelta MA FELTRI ESAGERA !

      Tale Feltri Vittorio, da Bergamo, sindacalmente definito "giornalista", opportunista convinto e, come tale, dedito anima e corpo alla mafia berlusconiana (come può essere dedito un opportunista) si scaglia violentemente contro tale Fini Gianfranco, suo emulo in opportunismo, reo di valutare diversamente l'opportunità a cui dedicarsi; e fin qui saremmo nei limiti del fisiologico, anche se del più squallido livello. Si scagli pure, il Feltri !
     Quello che non possiamo tollerare, però, è che costui, invadendo spocchiosamente campi in cui versa nell'ignoranza più massiccia, faccia affermazioni altamente ingiuriose per gente, morta o vivente, che, appartenendo a un mondo infinitamente superiore al suo, considera il Berlusconi un lestofante che subordina tutto al suo privato interesse, e che rivolge il proprio pensiero al Fini solo in caso di ingestione di sostanze tossiche o cibi avariati, essendo quello un emetico di pronto effetto, assai meglio dell'apomorfina.
     Il fatto è che il conformismo è un modo di essere, e quindi ha carattere generale, e il nostro sessantasettenne frugoletto non può quindi pescare i suoi rozzi concetti che nel gran pastone "liberatorio" imposto all'Italia a suon di bombe ( non di violenza, ci mancherebbe !) nel 1945. Ne fa fede il suo tortuosissimo ragionare nell'editoriale apparso su "Il Giornale", da lui diretto, il            , a commento del comportamento tenuto dagli ANali Urso e Bocchino nel talk-shaw Paragone della TV, in cui essi avevano investito con feroce acredine i berluschi a loro opposti. Poichè ben pochi sono gli Italiani che leggono il melenso foglio, ne riportiamo i tratti essenziali, per quel che a noi interessa.
     L'editoriale s'ititola addirittura "Son tornati i tempi del manganello", e la sua brillante tesi è la seguente: Bocchino e Urso " sembrava che avessero voglia (sic!)di menar le mani, quanto meno di somministrare olio di ricino " e quindi erano regrediti a " quando le camicie nere adopravano il manganello quale strumento di persuasione". Insomma, il Gianfranco della Chippah sarebbe tornato alle sue origini (orrore !) fasciste.
    Ma che cavolo ne sa, il Feltri, di Fascismo ? Come, che ne sa ? Egli ha sperimentato la violenza fascista sulle sue carni, sin dal 25.6.1943, appena venuto alla luce, ancora con Mussolini (per poco) al potere, allorchè una bieca ostetrica (probabilmente allevata alla Scuola Seviziatrici di Orvieto) lo afferrò per i piedi, lo sollevò e ,senza alcuna sua colpa, lo colpì cridelmente con un brutale schiaffo sulle chiappette allo scopo di recargli dolore e di farlo piangere. Quel bruciore, il Feltri ha conservato gelosamente al culo per tutta la vita, base tetragona della sue fede antifascista. E' uomo implacabile, il Vittorio ! L'unico ricordo fascista che ha è un ricordo di violenza, no ?
   Veramente, poco dopo, e fino al 1947 inoltrato, duecentomila fascisti furono vilmente assassinati, prima alle spalle e poi con orrendi linciaggi a regia, ma che poteva saperne l'innocente Feltri, che nel '47 aveva appena quattro anni ? Per lui, valeva sempre l'equazione Fascismo= violenza. Deve avere però, in seguito, aver avuto poca cura della propria cultura ( ah, il somarone !) per ignorare che i liberali (a cui appartiene sia lui che il suo padrone), allorchè giunsero rivoluzionariamente al potere in Francia, fecero inorridire il mondo intero, tagliando a macchina decine di migliaia di testa di "reazionari" o semplici oppositori del despota di turno, lasciando linciare aristocratiche nelle carceri da turbe assatanate, mettendo a ferro e fuoco la Vandea dissidente, eccetera. E per ignorare che l'altro movimento non fascista, e cioè il socialismo, quando si "realizzò" in Russia, non potè fare a meno di assassinare una ventina di milioni di concittadini, dichiarandoli "nemici del popolo" . Non ha mai avuto sentore, il giornalista Feltri, del XX congresso del P.C.U.S.? Distratto assai, il "giornalista"!
  Altro che manganelli! Altro che goliardico olio di ricino ! Altro che violenza fascista ! Si documenti, Dio buono, il Feltri, prima di sparare coglionerie all'impazzata! Certo, dato l'abisso di ignoranza che dimostra, ci vorrà un bel pò. Provvisoriamente, non sarebbe male che si ponesse le due domande che seguono:
   Prima: come spiega che, al tempo dei manganelli, i Fascisti ebbero quattro volte più perdite dei loro avversari (uccisi in gran prevalenza, non dagli squadristi, ma dalla Forza Pubblica) ?
Non sarà che gli angioletti "democratici" usassero, anzichè i "violenti" manganelli, i "pacifici" revolvers, coltelli e bombe ?
  Seconda: come spiega che, per carenza di martiri veri, gli antifascisti come lui abbiano dovuto promuovere Gesucristo-bis tale Matteotti Giacomo, deceduto per malattia (rottura di un aneurisma aortico), nel corso di un rapimento, organizzato da alcuni fascisti facinorosi, di loro iniziativa, ma certamente senza alcun intento omicida, e ignorando la cardiopatia del rapito ?
  Ci provi , il Feltri Vittorio, se ci arriva! Intanto, stia tranquillo: i violenti Fascisti non hanno alcuna intenzione di infliggergli una seconda sculacciata. Hanno troppo rispetto per le proprie palme. Si limitano a dedicargli una corale, fragorosa, sentita pernacchia! Prosit !

Rutilio Sermonti

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