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martedì 11 maggio 2010

L’euro, la Grecia, la Merkel....


LA SITUAZIONE E' TRAGICA MA ASSAISSIMO POCO SERIA.


Questa volta mi sono quasi divertito. E siccome non sono un ipocrita, me la godo un mondo a verificare che quello che vado predicando, ululando, ringhiando da anni, puntualmente si avvera. La crisi che ha tentato di spaventare la gente europea, senza per altro riuscirci in pieno (siamo tutti più inquieti per il vulcano islandese e per la marea nera nel golfo del Messico, dimostrando di aver imboccato la strada verso la maturità), ci è costata 750 miliardi di Euro, poco meno di mille miliardi di sputtanatissimi dollari yankee. A chi andranno i settecento miliardi di rosse stille di sangue europeo? Ai soliti "maledetti": Goldman, Merryl, Morgan, e via ebreicizzando poteri forti. Come sempre, come tutte le volte. Il "premio Nobel per la pace" Barak Obama aveva già versato lo scorso anno 14.000 miliardi di Dollarastri ai …..soliti noti (vedi sopra). I quali, per ringraziamento, hanno scatenato l'attacco all'Euro, attraverso il solito famigerato ebreo Soros, lo stesso che negli anni ottanta attaccò la lira, portando la svalutazione al ventotto per cento. Tutto secondo la regola, sembrerebbe, con Tel Aviv a tirare di nascosto le fila delle trame degli gnomi dalle orecchie lunghe, dai nasi grifagni e dalle mani adunche.
Ma questa volta un segnale forte e squillante c'è stato, ben più preoccupante per i poteri forti di ogni altra cosa. Vi sarete chiesti perché la Cancelliera Tedesca fosse tanto riluttante a prestare soldi alla Grecia (i teutonici non si fidano dei Mediterranei: quando un po' di decenni or sono chiedemmo loro un prestito, dovemmo organizzare treni speciali per portare loro in pegno l'oro della Banca d'Italia; restituimmo il prestito, e ci fu restituito l'oro. Sai che bel film ci sarebbe scappato?…..). La Maerkel era riluttante perché, per somma sfiga, aveva le elezioni a breve. Regionali, ma sempre elezioni. E puntuale come i Tedeschi sono in grado di essere, è arrivala la bocciatura. Tradotto si legge: <<Noi tedeschi non intendiamo pagare gli errori, la corruzione, la disorganizzazione e la pigrizia di altri. Chi non si adegua agli standard europei, si tagli una fetta della sua fame e si accomodi>>. Duri, seri, sinceri. Europei. Come sempre. Grecia, Portogallo, Spagna devono tremare.
L'Italia un po' meno. E non per meriti berlusconiani, come l'arcorese spudoratamente cerca di far passare: il corvo si mise le penne del pavone, restando corvo, però. Il fatto che i nostri titoli di stato del debito pubblico sono in gran parte nei portafogli cinesi. Che sono tutto tranne che stupidi, sprovveduti e creduloni, e per noi questo fatto è un – immeritato, forse – argine di difesa dagli "speculatori". Che poi, a dirla tutta, proprio speculatori propriamente non sono, ma operano per un progetto loro, che, attraverso la globalizzazione, vuole (o vorrebbe) arrivare alla costruzione del terzo maledetto tempio di Salomone, quando tutti i popoli della terra saranno asserviti al popolo dell'alleanza. Ubbie, d'accordo, ma pericolose fino a che si crederà che il "valore economico" sia l'unico valore o per lo meno il più importante. Vivaddio ce ne sono altri: il valore del Sangue pesa mille volte di più.
E i tedeschi lo squillo lo hanno mandato.
E il bello è che si parla solo di carta straccia, di soldi fasulli, che hanno meno valore di quelli del monopoli. Non si tratta di economia vera, ma di economia virtuale, di quella economia (figlia inevitabile del capitalismo selvaggio) che premia gli impulsi elettronici, che crea denaro dal nulla, che specula sul lavoro di miliardi di persone, ridotte a tubi digerenti e consumistici, che pratica l'usura come bene sociale, che affama e distrugge identità, culture, popoli e razze. Che nostalgia di Paperon de'Paperonis, il vecchio, duro, egoista, eroico riccastro che nuotava beato e felice nei suoi tre ettari cubici di monete e banconote, con la sua palandrana ancora buona, dato che aveva solo ottanta anni. Il ricchissimo Paperone, fiero di essere ricco e non radical scic; il tirchio Paperone che, nato povero, sapeva quanto costa fatica e sudore guadagnare. Che nostalgia di sentimenti veri e non equivoci. E si alzi chi non rispettava il vecchio indistruttibile. Altro che consumismo sbracato e morto di fame.
Queste bande di cialtroni che abbiamo ai vari Governi che contano, oggi, non si rendono conto che lo tsunami si sta avvicinando. O se ne rendono conto, ma sessantacinque anni di vigliacca ignavia, di corrotta corsa al "posto", di svendita della dignità per un piatto di misere lenticchie storiche le hanno rese incapaci di opporsi alla marea montante. Si avvicina il giorno della resa dei conti. Si avvicina il giorno della rivincita del Sangue sull'oro. In Europa i segnali non sono più solamente segnali: sono ormai realtà che si affermano e si allargano.
In Italia no, per adesso. In Italia la casta serva e prona ai padroni di turno, non sa più neppure come si fa a rubare. Ne beccano a due a due finché son dispari, di destra, di sinistra, di sotto, di sopra. Per distrarci pompano il gossip più che possono, fin nelle camere da letto, rovinando anche quella piccola differenza biologica che rende piacevole la vita. Occhio però. Quando un Popolo si sveglia, poi non lo ferma più nessuno. Né avemarie, né gossip, né propaganda falsa e corruttrice.Ci siamo vicino, gente!Teniamo duro, che la va a pochi.




Martedì, 11 Maggio 2010.
Fabrizio 88 Belloni

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