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martedì 27 settembre 2011

Brunetta: basta Durc e certificato antimafia

Brunetta: basta Durc e certificato antimafia

di Barbara Weisz

Il ministro della Pubblicazione Amministrazione preannuncia l'eliminazione dei certificati inutili, relativi a fatti già noti alla pa, fra cui il Durc e il certificato antimafia. Polemica l'opposizione.

La ricetta per la crescita del ministro Renato Brunetta passa attraverso la semplificazione. E allora, «basta Durc, basta certificati antimafia. Basta pacchi di certificati per partecipare a concorsi». Insomma, basta alla necessità di presentare certificati che attestino cose che, in realtà, la Pubblica Amministrazione sa già. «Perchè famiglie e imprese devono fornire certificati alla pubblica amministrazione che li ha già in casa?» si chiede il titolare del ministero della Pubblica Amministrazione e dell'Innovazione.

La soluzione si chiama autocertificazione. Secondo Brunetta, che ha così anticipato una delle misure che dovrebbero essere contenute nel decreto Sviluppo (quello che i governo dovrebbe presentare entro la metà di ottobre, incentrato sulla crescita), i certificati inutili si possono completamente eliminare, ed essere sostituiti da autocertificazioni, mentre le certificazioni rilasciate dalla PA continueranno ad essere utilizzate solo per i rapporti fra i privati. Sui relativi moduli ci sarà esplicitamente scritto: «il presente certificato non può essere prodotto agli organi della Pubblica Amministrazione o ai privati gestori di pubblici servizi».

Il ministro ha parlato a margine della presentazione del nuovo logo della Pa digitale. E ha ribadito un concetto già espresso negli ultimi giorni, secondo cui i paese ora ha bisogno di puntare sulla crescita, e di farlo usando non più gli antibiotici ma le vitamine. E, appunto, una delle vitamine per la crescita è la semplificazione».

Le dichiarazioni del ministro stanno già provocando polemiche. Non tanto per l'eliminazione del Durc, il documento unico di regolarità contributiva da parte dell'impresa, ma per quella del certificato antimafia. Per il responsabile sicurezza del Pd, Emanuele Fiano, «non può essere accettata una misura che rende più fragile il sistema di controllo dello stato».

Dal sito pubblicaamministrazione.net

1 commento:

Mandrake ha detto...

Mah. Non sanno proprio più dove sbattere la testa. La definiscono ricetta per la crescita, ma lo snellimento della vessatoria burocrazia italiota è tema penso secolare, che è sempre stato un ottimo slogan ma mai posto in esserre per questioni inerenti alla genesi di questa democrazia, poichè ottimo depressivo sociale e utile a centellinare l'accesso alle cariche professionali, controllare l'accesso ai pubblici concorsi, far incassare soldi alla pa e ottima scusa per ipertrofizzare il sistema dell'impiego pubblico (con relativo e inevitabile strascico di clienterie varie). Grandemente auspicato in periodi "normali", proposto (o ri-porposto) in questi giorni non è nemmeno paragonabile all'oppiaceo somministrato a un malato terminale. E' semplicemente medicinale da banco con, forse, sperati effetti panacea più sull'immagine del medico che non sullo stato del malato. La definirei l'ennesima boutade di uno dei più inetti ipocriti ed egocentrici ministri di cui si può fregiare questa repubblica bananaus nata dal banditismo.

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