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giovedì 11 agosto 2011

EUROPA FASCISMO RIVOLUZIONE

incontro parti sociali

Chiacchiere e fatti

Leggere i giornali, ascoltare radio e tv in questi giorni può provocare diverse reazioni, in funzione di come siamo fatti.

Molti (i più) si preoccupano per la situazione economica finanziaria mondiale ed italiana, per la durata della lettura (spesso solo dei titoli) del giornale, o per le edulcorate, brevi frasi del giornalista – linguetta di turno. Poi tornano alle cose per loro più interessanti, come gli amori dell’atleta, il fondoschiena della attrice-carnivendola in auge, il gossip in genere, o il calciomercato. Pance ancora troppo piene. Finche dura….

Alcuni approfondiscono, discutono, s’interessano. Per arrivare inevitabilmente ad un punto morto: paura, preoccupazione, insicurezza. Quelle sì, e giustamente, in verità. Ma manca il coraggio di un’analisi spietata e definitiva. Manca soprattutto la capacità di dare una risposta, di avanzare una proposta. Troppi decenni di “benessere borghese”, di finta gioia, che avrebbe dovuto sostituire la felicità dell’appartenenza, l’orgoglio del fare, la gratificazione del credere. Spingersi un poco più in là, fare un passo in più vorrebbe dire dover mettere in discussione sistema, credo, abitudini, ovatta che avvolge intelletto e coscienza. Troppo, per chi si è venduto la primogenitura dell’essere per un piatto di consumismo.

E quei pochi, (il “male assoluto”) che non si sono arresi, che contro tutto e contro tutti, hanno testardamente continuato a testimoniare un’Idea, un Sistema, un Modello, un Uomo, oggi non possono fare a meno di sorridere. Amaramente, in parte, perché la propria Terra, la propria Gente, la propria Comunità la si ama comunque, e non fa piacere sapere che si avvicinano tempi bui e tempestosi. E l’averli previsti ed annunciati non è di eccessivo conforto. Ma tant’è…..

Oggi sui giornali assistiamo alla caccia ai privilegi di una casta: il sistema cerca di sacrificare le briciole per dare sfogo alla caldaia che sta scoppiando.

L’illusione di guarire il cancro con aspirine è tipico di società al tracollo: è sempre stato così. Troppo tardi. Inutile. Patetico, se non fosse tragico per coloro sulla cui pelle si scatenerà l’inferno della fine.

Non servono le chiacchiere della casta: danno solo il voltastomaco a chi non sopporta più lo spettacolo dell’immondo teatrino della politica, della finanza adunca, dell’economia drogata. Il sistema sta rantolando, sta dibattendosi nelle sabbie mobili della sua ignominia.

E la casta fa chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere…. Non sanno e non possono fare altro, maggioranza ed opposizione, come criceti in gabbia che non hanno altro che una ruota da far girare per ore sempre più vorticosamente.

Chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere….

Come è loro permesso dai padroni, dai “poteri forti”, dalle truppe di occupazione.

Non possono affermare che è la natura, la matrice del tipo di società liberal capitalista che non può che avere questo sbocco traumatico cui stiamo assistendo. Se aggiungiamo poi che il social comunismo è già cadavere, la confusione mentale dei “figli della democrazia” è totale. Non sanno guardarsi allo specchio, mettere in discussione se stessi e l’educazione ricevuta.

E allora si sfogano in chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere….

Ora citerò un giornalista straniero, svizzero, che nel maggio del 1945 scrisse:

<<…. Il bilancio del Fascismo? Ha nome: strade, autostrade, ferrovie, canali di irrigazione, centrali elettriche, scuole, stadi, sports, aeroporti, porti, igiene sociale, ospedali, sanatori, bonifiche, industrie, commercio, espansione economica, lotta contro la malaria, battaglia del grano, Littoria, Sabaudia, Pontinia, Guidonia, Carta del lavoro, collaborazione di classe, Corporazioni, Dopolavoro, Opera maternità ed Infanzia, Carta della Scuola, Enciclopedia, Accademia, Codici mussoliniani, Patti lateranensi, Conciliazione, pacificazione della Libia, marina mercantile, marina da guerra, aeronautica, conquista dell'Abissinia. Tutto ciò che ha fatto il Fascismo è consegnato alla storia. Ma se c’è un nome che in tutto questo dramma, resterà puro e immacolato, sarà quello di Mussolini……>> Paul Gentizon, in “les Mois Suisse”, maggio 1945.

Ho voluto ricordare quanto scritto da una persona terza, di un Paese neutrale, per non incorrere nella patetica accusa di nostalgia.

Da un lato le odierne chiacchiere. Dall’altro i fatti, lo Statista, l’Uomo, l’Idea. E badate bene che anche nel 1922, prima dell’ascesa al potere del Duce, la situazione economica era, come oggi, catastrofica. Ma allora c’era un progetto, una volontà. E la casta fu spazzata, la corruzione fu spazzata, la partitocrazia fu spazzata, le pensioni da vampiri furono spazzate, la mafia fu spazzata.

Fatti, non chiacchiere.

Oggi, ma solo per poco ancora, stiamo affogando in un mare di chiacchiere.

E la casta non vuole rendersi conto che il Popolo è in fase pre insurrezionale.

Coraggio! Ed anche se sono vecchio, mi sento ancora in grado di dare “cattivi esempi” e non solo “buoni consigli”.

Quando ci sarà da …….correre, io ci sarò.

Gott mit uns.

Fabrizio Belloni

 

Mai come in questi momenti quelle tre parole, urlate nei cortei degli anni ‘70 e a me così care, che danno il titolo a questo messaggio sono così attuali e indicano una via: la VIA!

1 commento:

Gio. Ve. ha detto...

A proposito di maggio 1945, ecco cosa rispose a quell'epoca Stalin ad un giornalista che gli chiese un commento sulla morte di Mussolini:
"Mussolini fu uno dei più grandi uomini di sempre, il cui unico errore è stato di non aver messo al muro tutti i suoi nemici".

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