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martedì 17 settembre 2013

Improbabili attori improvvisati, rigorosamente terroristi

I riflettori su Franco Piperno: evidentemente il rosso è di moda. Con i soldi dello Stato

Piperno

Dal carcere al palcoscenico il passo è breve: basta avere nel curriculum qualche condanna, con militanza di carattere prevalentemente criminale. A sinistra

Quattro anni di carcere per associazione sovversiva, dieci anni in primo grado per banda armata, latitante ma anche professore, e – udite udite – finanche attore.

potop

Accade a chi può fornire un curriculum vario ed eterogeneo, in cui i crimini peggiori ci sono proprio tutti. Quanti attori, magari bravi, preparati, volenterosi, non trovano sbocco nel cinema, nel teatro, in televisione? Ebbene, bastava dirlo che per avere una corsia preferenziale era sufficiente essere tra i fondatori di Potere Operaio, essere coinvolti in rapimenti ed omicidi di statisti, in incendi a Primavalle nel cuore della notte, definire “di una bellezza sublime” l’attentato alle Torri Gemelle, sostenere che i terroristi sono “un pugno audace di intellettuali”, osannare i brigatisti.  Eppure sui moduli del casting non c’è scritto. Davvero strano.

Che i registi italiani, negli ultimi tempi, abbiano deciso, nella composizione dei cast, di rispolverare vecchi curriculum di terroristi?

Ebbene, sembra proprio di si. Lo ha fatto di recente Pippo Del Bono con Giovanni Senzani (terrorista, autore dell’omicidio di Roberto Peci, del quale filmò l’agonia e la morte) per “Sangue”, in cui il regista è arrivato al punto di filmare la malattia e il trapasso di sua madre. Se lo ha fatto, come sembra, per far parlare di sé, indubbiamente c’è riuscito. “Bene o male basta che se ne parli”, diceva qualcuno.

Anche Max Mazzotta deve aver pensato che il rosso sia tornato di moda, quando ha proposto a Franco Piperno di recitare nel ruolo di un sacerdote nel suo film “Fiabeschi torna a casa”.

Rullo di tamburi, tappeto rosso (inevitabilmente) e riflettori accesi: ecco a voi il pluripregiudicato fondatore di Potere Operaio, l’organizzazione  (rossa) autrice, tra gli altri, dell’eccidio di Primavalle, in cui morirono i fratelli Stefano e Virgilio Mattei, 10 e 22 anni, bruciati vivi dentro la loro povera casa alla periferia di Roma. Clap clap, potete anche spellarvi le mani, signore e signori. Del resto c’è poco di cui stupirsi: c’è chi insegna all’università, chi collabora stabilmente con l’editoria a vari livelli, chi tiene convegni, chi diventa scrittore, chi si mette in cattedra … ecco, c’è anche chi si mette a fare l’attore.

Certo, è curioso che si tratta di persone che, negli anni cosiddetti di piombo, giravano armate e ammazzavano la gente sbraitando contro lo Stato, unico vero nemico – secondo costoro – da abbattere. Persone che, oggi, ironia della sorte, vanno sul grande schermo con i soldi di quello stesso Stato che volevano colpire e affondare. Chissà cosa penserebbe Aldo Moro, se leggesse la delibera della “commissione per il riconoscimento dell’interesse culturale delle opere prime e seconde” che approva un contributo di 550mila euro per il film in oggetto. Si potrebbe obiettare che il film vale, a prescindere dalla presenza di Piperno. Bene, a maggior ragione bisognava lasciare il buon vecchio Franco a casa, a riflettere sul suo passato di assassino, invece di fornirgli un palcoscenico.  Rai Cinema, dal canto suo, non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione, così nei titoli, oltre al Mibac, appare in bella mostra anche il logo della tv di Stato. Ah, quello Stato … e dire che una quarantina di anni fa Piperno gli sparava contro … ma certo, ora è una persona anziana, avrà riflettuto, nel corso della sua lunga vita, sul significato di quelle vite, invece, troppo corte anche per mano sua. “I terroristi? Penso che siano moralmente ottime persone, anche se hanno ucciso” … no, non sembra proprio una riflessione ponderata … però “recitare è un’esperienza fondamentale, fa parte della vita, l’occasione della scena mette in rilievo come con la finzione, col travestimento, si possano dire cose vere che nella vita non si direbbero”. Eppure nella sua vita vera ne ha dette, di cose, e fatte …

Insomma, Senzani e Piperno sono le nuove star del panorama cinematografico italiano. Con il placet, anzi il sostegno, dello Stato. Non ci si stupisca se tutto il mondo ride di noi.

Giulia Ferri

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