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sabato 9 febbraio 2013

Sul Giorno della Memoria e sul Giorno del Ricordo.

FoibeFebbraio2013

Vorrei esprimere una opinione in occasione del Giorno del Ricordo, la ricorrenza riconosciuta dallo Stato in memoria delle popolazioni italiane Istriane, Giuliane Dalmate oggetto di massacri e deportazioni di massa durante e dopo l’Ultima guerra mondiale. La mia nota è doverosamente polemica, perché altrimenti sarebbe complice dell’ipocrisia e della strumentalizzazione che circonda, anzi occupa, la celebrazione delle violenze delle guerre. E’ evidente a chiunque che tante, tantissime, sono le cerimonie ed iniziative per celebrare il 27 Gennaio la “Shoah-sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, persecuzione e deportazione degli ebrei italiani”, come recita la legge 211\2000, quanto poche, pochissime, sono le iniziative per ricordare la “tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre nel secondo dopoguerra”. Perché questa discriminazione? Semplicissima e brutale: gli ebrei furono massacrati dai nazifascisti, gli italiani del confine orientale dai socialcomunisti. Tant’è che già qualche storico “politicamente corretto” ha scritto per gli infoibati che gli “slavi sapevano distinguere tra una camicia nera ed un comune soldato italiani”: come per dire: attenzione a commemorare gli infoibati perché si rischia di commemorare dei fascisti. Ovviamente non esiste una data per commemorare le vittime del comunismo nei gulag (quanti? Dieci, venti quaranta milioni? Scegliete pure, su questi disgraziati non si rischia denunce per negazionismo). E non esiste una data per commemorare i massacri ed i genocidi del capitalismo e del colonialismo, anche anglosassone: solo quaranta anni prima della Shoah si estinguevano –nel senso completo del termine, cioè che sono spariti come razza- gli abitanti della Terra del Fuoco e della Patagonia in America Latina, e gli abitanti della Tasmania in Australia: uccisi a fucilate e gli ultimi sterminati in campi di concentramento chiamati “riserve”, come le popolazioni native nordamericane. Non vi sono date per condannare la criminale corsa agli armamenti di USA-URSS, vincitori sul nazifascismo, che con centinaia di esperimenti nucleari a cielo aperto hanno inquinato l’ambiente e condannato a morte per malattia milioni di esseri umani. Non vi sono iniziative per celebrare e condannare i bombardamenti a tappeto alleati sulle città europee. E nessuno accomuna mai la condanna delle leggi razziali fasciste alla discriminazione razziale negli USA ben dopo la fine del fascismo, o alla attuale discriminazione contro gli arabi palestinesi da parte di Israele: anzi c’è chi chiede leggi per punire chiunque osa fare questi ragionamenti . Dario Fertilio, giornalista del Corriere della Sera, autore dell’Ultima notte dei Fratelli Cervi, ha parlato di “genocidio in pillole” con riferimento alle uccisioni sistematiche di italiani fascisti, o presunti tali, da parte dei partigiani gappisti, in quanto anche in questo caso era già operativa la disumanizzazione della vittima da eliminare, identificato non per razza, ma per politica. Purtroppo, non ho mai visto un esponente ANPI o ISTORECO venire a portare un fiore al cavoun di Campagnola o in altri luoghi simili. Anzi devo dire che se nello scorso decennio si erano fatti tentativi almeno per qualche gesto reciproco, oggi siamo tornati al rigore delle barriere insuperabili. E aggiungo che quando in questo 2013 scenderò in piazza per ricordare gli italiani infoibati, la previsione è la rigorosa partecipazione della Destra e l’assenza della Sinistra. Eppure questa nostra bella democrazia, nata dalla Resistenza, dal 1989 si è fatta quattro guerre –Iraq, Serbia\Jugoslavia, Afghanistan e Libia (alla faccia della Costituzione, ma finchè si vincono, vero?) bipartisan Destra-Sinistra. Questo per contestare che si sta facendo un uso quantomeno scorretto, ma direi sporco, della memoria dei crimini contro l’umanità. Cosa più grave, viene fatto con superficialità, ubbidendo a piccole convenienze di partito e politica, chiudendo gli occhi a fronte di volgari omissioni e cancellazioni della nostra Storia, sicuri che tanto” la storia la scrivono i vincitori”, e gli ultimi Vincitori sono ancora i più forti.

Luca Tadolini

(Centro Studi Italia)

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