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martedì 3 luglio 2012

Weltanschauung. Una parola per una idea

Weltanschauung
 
“Weltanschauung” Storia di una parola da Kant a Nietzsche
Anni e anni fa, negli ambienti di quella Destra giovanile che aveva anche presunzioni intellettuali, si mangiava la Weltanschauung come fosse pane. Guai a dire concezione, intuizione o visione del mondo: era il termine tedesco, così suggestivo, imponente e pesante a dare il senso dell’appartenenza. Ora, un libro di Francesco Ingravalle, Weltanschauung. Una parola per una idea (Ar, pp. 70, euro 7,00), viene a provocare sobbalzi di cuore e di memoria. Ma, al tempo stesso, ci chiama a un’assunzione consapevole di questa parola culturale.
Nel pensiero e su un campo di battaglia Weltanschauung suona bene, e comprendiamo anche che chi se ne intende – l’editore Franco Freda e l’autore – abbia amicalmente dibattuto per dare piena rilevanza semantica al nobile lemma germanico . Che, coniato a fine Settecento, abitò nelle passioni del XX secolo, fu la bandiera di contrapposte rivoluzioni, condensò in sé solidarietà intellettuali e militanti.
Da Kant a Hitler, attraverso Fichte, Schelling, Dilthey e Nietzsche la Weltanschauung impose la sua energia istintiva e combattiva, identitaria e volontaristica, imponendo alla ragione: stai al tuo posto.
Mario Bernardi Guardi
Libero, 3 luglio 2012





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