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lunedì 9 luglio 2012

Aggiornamenti EURASIA (30/06 – 06/07 2012)

eurasia

Di seguito il sommario degli aggiornamenti della Rivista "Eurasia" di questa settimana (dal 30 Giugno al 6 Luglio 2012):

INDICE

Pubblicazioni CeSEM

È attualmente disponibile in libreria l'ultimo numero (2/2012) di "Eurasia" (XXV), "Il Mediterraneo tra l'Eurasia e l'Occidente"

ULTIME USCITE

Alessando Lattanzio, Libia: campo di battaglia tra Occidente ed Eurasia, Anteo Edizioni

La guerra di rapina contro la Libia, è solo un episodio della guerra occidentale contro l’Africa. L’aggressione e l’invasione alla Repubblica Popolare Socialista della Jamahiriya di Libia, è stata presentata quale “spontanea” rivoluzione dei “giovani democratici” desiderosi di realizzare il sogno liberale e pseudo-rivoluzionario in terra libica. Nulla è più lontano dalla verità dei fatti di una simili interpretazione, peraltro presentata da una prospettiva esclusivamente occidentale. La Libia, il suo popolo e il suo leader Muammar Gheddafi, sono vittime dello scontro geopolitico e geostrategico che ha caratterizzato l’epoca unipolare e che sta caratterizzando questa fase di transizione verso un’epoca multipolare.

Giacomo Gabellini, La parabola. Geopolitica dell’unipolarismo statunitense, Anteo Edizioni

Il crollo dell’Unione Sovietica ha permesso a Washington di instaurare un assetto geopolitico unipolare incardinato sugli Stati Uniti. Per raggiungere questo obiettivo, i centri decisionali statunitensi hanno escogitato e messo in atto una strategia “mondialista” volta ad omologare tutti i popoli che abitano il pianeta ai principi del nuovo ordine mondiale. Tale strategia si è dispiegata sul piano economico attraverso l’espansione coatta del libero mercato, su quello geopolitico con l’occidentalizzazione del mondo e su quello militare con la riconfigurazione ed espansione verso est della NATO. Questo libro indaga i passaggi fondamentali che caratterizzano questa “parabola” unipolare statunitense, che ha conosciuto la propria fase ascendente e il proprio picco nel corso degli anni ’90, per poi intraprendere una discesa progressiva che non pare ancora essersi conclusa. Ne emerge uno scenario molto distante dalle raffigurazioni ufficiali, che vede numerosi attori emergenti implementare piani che mirano ad alterare i rapporti di forza internazionali e a ridefinire l’assetto mondiale, in cui l’avvento del multipolarismo comporterà la conclusione della breve e turbolenta “parabola” statunitense.

Andrea Fais, L'Aquila della Steppa. Volti e prospettive del Kazakistan, Edizioni all'insegna del Veltro

Ad oltre venti anni dall’indipendenza, il Kazakistan è diventato un attore di primo piano nello scacchiere internazionale. Il percorso cominciato nel 1992, all’indomani del crollo dell’Unione Sovietica, era denso di insidie e pericoli che avrebbero potuto esporre irreversibilmente la giovane repubblica guidata da Nursultan Nazarbaev ai rischi della speculazione e della disintegrazione sociale e politica. Eppure, attraverso un programma ambizioso e lungimirante, frutto di un’abile combinazione tra statalismo e ponderata apertura ai mercati internazionali, l’economia kazaka è riemersa dalla crisi, facendo prezioso tesoro di tutte le lezioni storiche del passato, custodite dalla leggendaria Via della Seta.

Iniziative e Seminari

Seminario a Perugia: “La fine di un’era: cosa c’è dopo l’unipolarismo?”

Sabato 21 Luglio 2012, alle ore 18.00, a Perugia, presso la Sala Convegni dell’Hotel la Rosetta, in Piazza Italia 19, si terrà l’incontro pubblico “La fine di un'era. cosa c'è dopo l'unipolrismo?” Introduce e modera: Anfrea Fais. Interventi di: Giacomo Gabellini, Fabrizio Di Ernesto. Ingresso libero e gratuito.


Articoli e Saggi

L'EDITORIALE

Claudio Mutti, Il Mediterraneo tra l'Eurasia e l'Occidente

ALTRI ARTICOLI 

Vincenzo Maddaloni, C’è Agdam nel Grande Gioco turco

Sul tetto della grande moschea è cresciuta l’erba, e il suo interno è diventato una stalla per le vacche. Accade ad Agdam, una cittadina che quando era azera aveva sessantamila abitanti e oggi ne conta trecentocinquanta per lo più pastori e contadini. Sicché Agdam è diventata una città fantasma, sicuramente tra le maggiori al mondo. Non a causa di un’epidemia, ma per scelta della nazione armena che decise di raderla al suolo, dopo averla conquistata il 24 luglio del 1993, per prevenire la sua riconquista da parte dell'Azerbaigian. Da allora essa fa parte del territorio della repubblica del Nagorno Karabakh, nella regione di Askeran, a una sessantina di chilometri dalla capitale Stepanakert.


Ali Reza jalali, La crisi siriana: prove generali del “Nuovo ordine mondiale”?

Da quando sono iniziati i disordini in Siria, nei primi mesi del 2011, l’attenzione mediatica si è concentrata sul Paese arabo-mediterraneo, e, in una certa misura, la cosiddetta Primavera araba ha iniziato a identificarsi con il caos siriano. Le rivoluzioni in Egitto, Tunisia, Bahrain e altri Paesi, almeno dal punto di vista della propaganda mediatica, sono passate in secondo piano[...]



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