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lunedì 22 marzo 2010

Sale tensione tra Grecia e Germania, le banche speculano sui bond greci


Sale tensione tra Grecia e Germania, le banche speculano sui bond greci
22/03/2010 15.10



Sale la tensione tra Grecia e Germania. Il vice primo ministro greco, Theodoros Pangalos, ha infatti accusato le banche tedesche di stare approfittando della critica situazione finanziaria del Paese ellenico, mentre gli esportatori tedeschi traggono beneficio da un euro debole.


Ritiene, in particolare, che la Germania stia consentendo alle proprie banche di prendere parte a un "deplorevole gioco" di speculazione sui bond greci. "Tanto più a lungo il sud dell'Europa rimane sotto pressione, l'euro viene scosso e indebolito, mentre migliorano le condizioni che permettono alla Germania di aumentare le esportazioni contro terzi", ha spiegato il vice primo ministro.


Theodoros Pangalos si è quindi detto preoccupato che, se non viene presa una decisione velocemente, allora l'euro non avrà senso e, se la moneta unica, fallisce "questo ci porterà di molti decenni indietro in termini di integrazione europea". Dichiarazioni che hanno appesantito l'euro, indicato ora a 1,3480 dollari (1,3513 a metà seduta) e le Borse europee (-0,9% l'indice Ftse Mib a Milano).


Un sondaggio FT/Harris pubblicato sul Financial Times di oggi mostra che il 62% dei tedeschi sono contro l'ipotesi che il loro Governo aiuti Atene, mentre solo il 20% è favorevole. Un terzo dei tedeschi ritiene che bisognerebbe chiedere alla Grecia di uscire dall'euro mentre il 40% crede che la Germania starebbe meglio fuori dall'unione monetaria.


Parigi e Roma hanno chiesto a gran voce di sostenere Atene in parte perchè temono di poter essere i prossimi obiettivi della speculazione dopo la Grecia. Qualunque programma di sostegno finanziario ad Atene dovrebbe ricevere il via libera della Corte costituzionale tedesca che negli anni Novanta, quando ha approvato il Trattato di adesione alla moneta unica, ha fissato una serie di paletti per evitare trasferimenti di denaro ad Stati membri dell'eurozona.


Visti gli ostacoli legali e politici i consiglieri di Angela Merkel hanno suggerito che la Grecia giochi la carta del Fondo monetario internazionale. Ma il presidente della Commissione europea Barroso ha ricordato oggi alla Germania che è nel suo stesso interesse preservare la stabilità della zona euro che rappresenta il primo mercato di sbocco per le esportazioni tedesche.


Le autorità elleniche hanno annunciato un terzo piano di austerità da 4.8 miliardi di euro (circa il 2% del Pil), destinato a ridurre in maniera sostanziale il deficit previsto per il 2010. Questo provvedimento, unito al sostegno politico espresso dai Paesi europei, si è tradotto la scorsa settimana in una leggera diminuzione del premio di rischio associato al debito sovrano della Grecia.


L'accoglienza favorevole dei mercati finanziari ha permesso alle autorità di lanciare un'emissione a dieci anni di 5 miliardi di euro a un tasso del 6,3%, che è un tasso di certo alto, che però ha generato una domanda di tre volte superiore alla disponibilità.


Peraltro, la proposta di creare un meccanismo per prestiti bilaterali per salvaguardare la stabilità dell'Eurozona "vale solo per la Grecia", ha indicato oggi il portavoce del commissario Ue agli Affari Economici, Olli Rehn. La Commissione europea ha anche ribadito che la proposta lanciata dal presidente, Josè Barroso, venerdì sera è pienamente compatibile con la legislazione europea e con i dispositivi della Corte costituzionale tedesca: la clausola europea del "no salvataggio" non vuol dire "nessuna assistenza" a un Paese che si trova in difficoltà.


"Questa boccata d'ossigeno è arrivata a segno; sarebbe tuttavia un errore pensare che il problema del controllo del debito pubblico sia definitivamente risolto", sostengono gli esperti di Banca Syz. "Nei prossimi mesi, o anni, non si può escludere il riacutizzarsi delle tensioni legate alla Grecia o ad altri Paesi e non solo della zona euro".


Oggi la Banca centrale ha stimato che il prodotto interno lordo greco calerà del 2% nel 2010. Secondo il rapporto annuale di politica monetaria, la Grecia si ritrova in "un circolo vizioso" poichè la drastiche misure adottate per ridurre il deficit pubblico non mancheranno di avere un impatto sul ritmo di crescita del Paese.


Sempre secondo la banca centrale, la durata della recessione e le prospettive di ripresa dipenderanno in larga misura dall'efficacia con cui il Governo sarà in grado di attuare le misure di austerity varate nel corso degli ultimi mesi. "Il cambiamento di direzione non sarà facile e non avverrà in tempi rapidi".


Da una parte il Paese deve infatti affrontare una serie di riforme strutturali di ampio respiro e dall'altra la crisi greca avviene in un contesto in cui l'economia europea rimane debole e strettamente dipendente dalle misure di stimolo fiscale. "La ripresa dell'eurozona rimane fragile ed è ancora basata, in larga misura, dalle misure straordinarie di stimolo che ora dovranno essere lentamente ritirare visto gli alti deficit e il debito accumulato dalla maggior parte delle economie avanzate".

Francesca Gerosa

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