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martedì 23 febbraio 2010

Oltre la destra e la sinistra


Oltre la destra e la sinistra

Per la Nazione

Caro Mazzanti,
   Siamo nel 2010. Il mondo del nostro tempo è un mondo dominato dall'ingiustizia e dall'ipocrisia, disordinato e caotico,  reso tale dal liberismo, quello di destra e quello di sinistra. Distinguere oggi una destra e una sinistra è come dire se stare con la montagna o con la palude dei tempi della rivoluzione giacobina. Non ha assolutamente senso. Più correttamente bisogna dire che oggi la destra è rappresentata da Berlusconi e dalla sua lobbie del malaffare corrente e la sinistra dal malaffare pregresso. Tutti liberali, tutti corrotti, tutti parassiti e sanguisuga del nostro popolo. Oggi non di destra dobbiamo parlare, ma di NAZIONE. E' l'unica cosa che ci interessa perchè è la NAZIONE che dobbiamo ricostruire. Qualcuno, se ben ricordi,  ce lo ha insegnato. Noi vogliamo rivolgerci a tutto il popolo italiano, non solo ad una parte. Vogliamo rappresentare tutti e a tutti dobbiamo rivolgerci. La mia non  è una posizione ideologica sulla quale discutiamo da tempo. E' la realtà per come viene percepita dalla gente comune che ha schifo per la politica e continua a votare solo per abitudine.

    Caro Mazzanti, devo dirti che più che inseguire i pagliacci del circo berlusconiano, noi dobbiamo mirare  a conquistare le simpatie degli operai di Termini Imerese, dell'Alcoa, dei giovani disoccupati e senza futuro, della popolazione dell'Aquila tradita una, due, infinite volte, l'attenzione della gente che soffre per il malfunzionamento e i guasti della sanità pubblica, che va in ospedale e non trova posto o deve aspettare mesi per una visita medica, l'attenzione degli sfrattati, di chi non riesce a comprare una casa e di chi tocca con mano ogni giorno l'assenza dello Stato, ridotto ad una girandola di maniaci, corrotti, pidocchi e vermi di una struttura in decomposizione. Di Gasparri, Fini, Berlusconi, anali e falliti vari non ce ne importa un fico secco. Se potessimo, li manderemmo tutti  a spaccare le pietre come meritano, dato che, oltre che dello scardinamento del paese con la loro incompetenza, sono responsabili di avere svenduto l'Italia alla cricca USA/Israel, di averla ridotta ad una portaerei americana pronta per ogni genere di aggressione.
   Noi siano eredi di una tradizione nazionale, sociale e rivoluzionaria e ci interessa fare esplodere le infinite mine sociali di cui è disseminato il nostro paese. Per questo dobbiamo organizzare una forza politica fiera e determinata, votata ad una opposizione totale, fatta da uomini senza prezzo.  Qui è in gioco l'avvenire dell'Italia e contendere, all'insegna dei giochetti e dei trucchetti liberaldemocratici, qualche briciola a una cricca di cialtroni traditori, non ci interessa affatto. Noi vogliamo scrivere la storia, acquisire un posticino ben pagato succhiando magari mammelle avvelenate è una cosa che, al solo pensiero,  ci provoca ribrezzo. E allora caro Mazzanti è avanti che dobbiamo guardare, Fiuggi è  lontana, il 1995 è passato da un pezzo e  presto, grazie a Dio, passerà anche Berlusconi.
   Il nostro Movimento lo dobbiamo costruire con energie nuove e pulite, non con mestieranti e vecchi marpioni della politica. Questo è che la gente perbene si aspetta da noi, non altro.

Nicola Cospito

----- Original Message -----
From:
Alessandro
Pucci

Sent: Sunday, February 21, 2010 1:43 PM
Subject: Commento Politico di Massimiliano Mazzanti - Esecutivo Naz. Area Destra
Commento Politico di Massimiliano Mazzanti - Esecutivo Naz. Area Destra



Silvio Berlusconi è insoddisfatto della struttura del PdL? Il Cavaliere potrebbe in qualche modo tornare sui suoi passi e tornare a dividere le sorti di Forza Italia da quelle di Alleanza nazionale? In verità, è difficile immaginare uno scenario del genere, ma, se la PdL dovesse in qualche modo implodere, quali opportunità e quali rischi correrebbe, la Destra politica

italiana?Il rischio maggiore, è certamente  quello di una rinascita di Alleanza nazionale, magari senza Gianfranco Fini e guidata da un Maurizio Gasparri o un Gianni Alemanno. Una tale formazione, potentemente organizzata col vantaggio di una presenza al governo e diffusa nelle istituzioni sparse in tutto il territorio nazionale, potrebbe avere capacità di attrazione tra la militanza e l'elettorato che - stante le persistenti divisioni e spaccature tra le altre sigle – continuano a considerare "di destra" quella classe dirigente e il gruppo a cui appartiene.
Di contro, una rinnovata concorrenza tra FI e An potrebbe anche aiutare la crescita dei movimenti di destra o, meglio ancora, di un partito unico della Destra che fosse in grado di esprimere una posizione politica e un programma spendibili per il governo del Paese. Anzi, una tale formazione – vista tatticamente, nel breve e medio periodo, come opportunità di indebolire gli ex-An - potrebbe trovare in FI anche una sponda interessante, oltre che interessata. L'agitarsi di problematiche di tale natura nella PdL, poi, restringe e di molto le tempistiche concesse alla Consulta per l'unità dell'area costituita da AreaDestra per raggiungere i risultati sperati. Fatta salva la regola che afferma come in politica nulla sia mai certo e definitivo, è di tutta evidenza come, perdurando le divisioni nella Destra non allineata al PdL, un'eventuale concorrenza sul territorio con una "destra già al governo" vedrebbe tutti gli altri alquanto svantaggiati.
Si creerebbe, da un certo punto di vista, la situazione che An ha vissuto per anni nei territori della Lega, dominati facilmente da un partito che, a seconda dei casi, poteva giocare la carta del partito di piazza o quella del partito di governo. La speranza, da questo punto di vista, è che nell'eventuale "costola destra" della PdL resti proprio Gianfranco Fini, con le sue per lo meno bizzarre posizioni politiche che aiuterebbero certamente la disaffezione degli elettori e dei militanti da quel gruppo. E, comunque, se Fini decidesse di costruire qualcosa in splendida solitudine, la "costola destra" del PdL troverebbe in lui un ulteriore competitore che permetterebbe a una nuova Destra di far risaltare la sua ritrovata coerenza e unità. Infine, questa situazione suggerirebbe di trovare quanto prima una tattica e una strategia di comportamento verso i berlusconiana, improntate alla massima pragmaticità, nell'intento di trarre dal rapporto con la"costola forzista" dell'attuale PdL i massimi vantaggi possibili, in termini di visibilità e agibilità politica.
Ovviamente, però, tutto questo discorso dovrebbe essere comunque accompagnato da un'intensificazione degli sforzi e delle energie organizzative e miltanti, in modo da estendere e rafforzare in ogni parte del Paese la cinghia di trasmissione delle idee e dei progetti della Destra politica italiana. Massimiliano Mazzantimazzanti@areadestra.it

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