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domenica 14 febbraio 2010

Afghanistan: una guerra senza opposizione

Afghanistan: una guerra senza opposizione

di Enea Baldi - 12/02/2010

Fonte: Rinascita

 
 

Mentre a Montecitorio scoppiano bagarre per i motivi più futili –

come quello dell'altro ieri che ha visto la sospensione dalle attività

di parlamentare per 15 giorni di Fabio Evangelisti (Idv), reo

secondo il presidente della Camera Fini di aver scatenato una rissa,

a seguito delle disparità sul ddl per il rilancio delle "competitività nel

settore agroalimentare" – l'unanimità è stata invece raggiunta

martedì scorso, quando è stato approvato il disegno di legge di

conversione del decreto governativo per il rifinanziamento della

missione militare italiana alla guerra in Afghanistan. I parlamentari,

in questo caso, "tutti uniti nella lotta", hanno accolto il

provvedimento che rifinanzia, per la cifra di 308 milioni (51 milioni

al mese) di euro, i primi sei mesi di guerra del 2010. Tutto questo

danaro servirà per mantenere 3.300 soldati, circa 750 mezzi

terrestri (carri armati, blindati, camion…) e 30 velivoli (4

cacciabombardieri, 22 elicotteri e 4 droni). Il decreto predispone

fino alla fine di giugno altri 4 milioni e mezzo di euro per altre

"spesucce" di carattere militare (supporto all'esercito afgano, alla

polizia, e al personale militare della Croce Rossa Italiana che assiste

le nostre truppe).

Alla cifra di 308 milioni di euro, vanno aggiunte poi le spese per

l'invio in Afghanistan di altri 1.000 soldati, che avverrà dopo l'estate

e che riguarderà quindi il rifinanziamento del secondo semestre

2010. Alla fine del 2010 così, l'intervento delle nostre forze armate

alla guerra di occupazione in Afghanistan, costerà agli italiani oltre

600 milioni di euro. Finora, compreso il rifinanziamento per il primo

trimestre 2010, la guerra in Afghanistan è costata quasi 2 miliardi e

mezzo di euro: 70 milioni di euro nel 2002, 68 milioni nel 2003, 109

milioni nel 2004, 204 milioni nel 2005, 279 milioni nel 2006, 336

milioni nel 2007, 349 milioni nel 2008, 540 milioni nel 2009. Quanti

altri miliardi dovranno ancora essere sottratti dalle tasche dei

contribuenti prima che qualcuno dica basta a questa scellerata

politica dell'invasione ai danni dei cosiddetti Paesi "nemici della

democrazia"? Che fine hanno fatto quei "pacifinti" che durante gli

anni '60-'70 tappezzavano le piazze di bandiere rosse, calpestavano

bandiere a stelle e strisce e urlavano slogan antiamericani? E

soprattutto c'è da chiederci cosa sia rimasto dell'articolo 11 della

nostra Costituzione che "ripudia la guerra come mezzo di

risoluzione delle controversie internazionali".

Ormai è chiaro che la Costituzione italiana è solo quel pezzo di carta

di cui i politici si riempiono la bocca (spesso senza neppure

ricordare l'articolo 1, come dimostrano i servizi della trasmissione

televisiva di Italia1, Le Yene) solo per decantarne lo sforzo di

redazione del biennio post-bellico che ne vide i natali.

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