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martedì 24 gennaio 2012

Aggiornamenti EURASIA (14/20 01 2012)

eurasia

Di seguito gli aggiornamenti al sito di "Eurasia" di questa settimana (dal 14 al 20 Gennaio 2012):

Pubblicazioni

È attualmente disponibile in libreria l'ultimo numero (3/2011) di "Eurasia" (XXIV) dedicato a: "BRICS: I mattoni del nuovo ordine"

Ultime uscite

Il risveglio del Drago

Diego Angelo Bertozzi, Andrea Fais

Dopo Capire le rivolte arabe di P. Longo e D. Scalea e Progetti di egemonia di F. Brunello Zanitti, Eurasia propone un terzo volume scientifico, concernente questa volta la Cina. Il risveglio del Drago. Politica e strategie della rinascita cinese - questo il titolo dell'opera - è pubblicato assieme alle Edizioni all'Insegna del Veltro di Parma. Gli autori sono Diego Angelo Bertozzi, già artefice del recente La Cina da impero a nazione e Andrea Fais, studioso di geopolitica già contributore di "Eurasia".

Progetti di egemonia

Francesco Brunello Zanitti

Neo-cons USA e neo-revisionisti israeliani a confronto. In seguito alla vittoria di Bush nel 2000 e soprattutto dopo gli attentati dell’11 Settembre i neocons statunitensi hanno influenzato considerevolmente la politica estera della Casa Bianca. Allo stesso tempo, l’ultimo decennio della politica israeliana è stato caratterizzato dal rafforzamento della destra, in particolare del Likud, partito erede del neorevisionismo, movimento politico basato su alcuni concetti già espressi dal sionismo revisionista e dal suo capo, Vladimir Jabotinsky. Si può parlare in questo contesto di un singolare legame tra i neocons e gli esponenti del Likud? Il neoconservatorismo e il neorevisionismo, pur essendo movimenti nati in ambienti politici e geografici lontani e differenti, hanno elementi in comune nelle loro ideologie? L’analisi del pensiero dei due movimenti politici e le azioni intraprese in politica estera dagli appartenenti a queste correnti possono offrire una chiave di lettura per comprendere le somiglianze e le differenze tra neoconservatorismo statunitense e neorevisionismo israeliano.

Prossimamente

Songun: antimperialismo e identità nazionale nella Corea socialista

Alessandro Lattanzio

Songun è uno dei pochi testi sulla Repubblica Popolare di Corea pubblicati in Italia. La parola Songun indica la politica adottata da Pyongyang dalla metà degli anni '90. Indica il piano di razionalizzazione delle risorse della Corea socialista, puntando al rafforzamento delle forze armate e dell'industria più strettamente collegate ad esse.
Questa politica dell' "Esercito prima di tutto" venne adottata dopo il collasso dell'Unione Sovietica, principale interlocutore economico-industriale della Repubblica Popolare di Corea, e dopo il fallimento della politica di avvicinamento a Washington: in cambio dell'interruzione del programma nucleare nazionale, Pyongyang avrebbe ricevuto aiuti e anche due reattori elettronucleari per produrre energia. Washington non corrispose alle promesse che aveva avanzato, sebbene la Repubblica Popolare di Corea avesse iniziato ad adempiere all'accordo. Da allora, venne intrapresa dalla leadership nordcoreana la linea del Songun.

Articoli e saggi

L'editoriale di Eurasia 3/2011 (XXIV)

BRICS: I mattoni dell'edificio multipolare

Dieci anni fa l’acronimo BRIC entrava nel lessico dell’economia e della finanza internazionali. Da allora la cooperazione tra i Paesi emergenti che tale sigla raggruppa ha assunto un registro sempre più marcatamente geoeconomico e geopolitico. Il consolidamento delle relazioni tra Brasile, Russia, India, Cina e, dal 2010, Sudafrica è stato possibile non solo a causa delle evidenti comuni necessità economiche in materia di modernizzazione e sviluppo – tipiche dei paesi emergenti – ma anche in virtù di una condivisa visione della politica internazionale. Il coordinamento politico sviluppatosi in ambito BRICS nel corso di pochi semestri costituisce un elemento di accelerazione della transizione uni-multipolare.

Teoria geopolitica

Ridefinire il binomio guerra-pace nell’era globale

Luca Francesco Vismara

Il Trattato di Maastricht e, in ultimo, il Trattato di Lisbona, insieme all’adozione della moneta unica europea e le altre tappe del percorso UE, ha portato negli anni ad una progressiva erosione di sovranità - politica, legislativa ed economica - dei singoli Stati ed un accentramento, a livello di istituzioni europee, di prerogative nazionali. Quali interessi vengono promossi a Bruxelles e come si sviluppa il processo decisionale soprattutto presso la Commissione Europea? I principi di legittimità e trasparenza, tanto invocati in passato, vengono effettivamente rispettati? Si sta davvero costruendo “l’Europa dei cittadini”?

Venerdì, 20 Gennaio

Il Kazakhstan sotto attacco

Matteo Pistilli

Dagli anni Novanta ad oggi, con la fine dell’impero sovietico, nella società kazaka si è manifestato un riaffiorante sentimento religioso. Specialmente nelle aree meridionali e occidentali del Paese è facile osservare, accanto a un rifiorire dell’Islam, la crescente presenza di seguaci della setta salafita, sostenuta da ambienti sauditi e qatarioti e ostile alla pratica islamica tradizionale.

Mercoledì, 18 Gennaio

RUANDA - Secondo il rapporto francese non furono i Tutsi ad abbattere l’aereo di Habyarimana: ma qual è la verità?

Stefano Vernole

Nel 1994, il missile che colpì l’aereo dell’allora presidente del Ruanda Juvenile Habyarimana (sostenuto dalla Francia), il cui abbattimento fu la scintilla che scatenò il genocidio ruandese, non venne sparato dai ribelli tutsi, ma da alcuni ufficiali hutu, desiderosi di bloccare l’applicazione del trattato di pace che il presidente aveva appena firmato ad Arusha, in Tanzania.

Lunedì, 16 Gennaio

Romania: colpo di Stato "tecnico" in vista?

Luca Bistolfi

È il quarto giorno di proteste in Romania. Senza pressoché soluzione di continuità, duemila romeni stanno protestando maniera forte e veemente contro il presidente della Repubblica Traian Basescu e contro il capo del governo Emil Boc. Uomini, donne, vecchi, giovani e studenti sono in piazza esasperati dalla gravissima situazione economica in cui versa, ormai da diversi mesi, il Paese carpatico-danubiano.

Domenica, 15 Gennaio

Quali sono le opzioni serbe in Kosovo e Metohija?

Stefano Vernole

Dopo la Dichiarazione di indipendenza da parte del Governo albanese di Pristina il 17 febbraio 2008, i serbi del Nord del Kosovo e Metohija effettuarono una sorta di contro-secessione dalle strutture amministrative del neo-Stato, riconosciuto oggi da circa un’ottantina di Stati su 192 presenti alle Nazioni Unite. Questo Stato parallelo serbo è stato, già dalla fine della guerra del 1999, incoraggiato da Belgrado e ha reso la sua minoranza nel Kosmet autonoma dalle strutture politiche albanesi nei settori della giustizia, dell’istruzione e della sanità. Proprio il tentativo di rimuovere questa situazione de facto, sulla spinta delle stesse istituzioni internazionali che per tanti anni tollerarono invece l’analogo e precedente Stato parallelo che gli albanesi del Kosovo avevano messo in piedi durante l’era Milosevic, ha provocato nei mesi scorsi duri scontri tra la minoranza serba del Nord e la NATO (che occupa questa provincia ormai da 12 anni).

...E tanti altri articoli sono disponibili sul sito!

la Redazione

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