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giovedì 4 ottobre 2012

50 anni sono già passati ma sembra proprio ieri….

50 anni e non sentirli

Esattamente 50 anni fa, il 5 ottobre 1962, veniva pubblicato il primo 45 giri dei Beatles, Love Me Do (registrato per la prima volta agli Abbey Road Studios il 6 giugno di quello stesso anno). Per questa canzone e per tutte le altre, l'autore recupera storie, aneddoti, leggende, curiosità. Inevitabile (ma non è un difetto) che per questo tipo di pubblicazioni la lettura possa diventare trasversale. Immediatamente ci viene voglia di andare alla pagina in cui si racconta della nostra canzone preferita o del classico beatlesiano. L'apparato grafico e il sistema di precise corrispondenze tra l'una e l'altra scheda, ci permettono di non perdere nulla per strada. Ma la lettura non è trasversale solo perché potenzialmente disordinata cronologicamente ma anche perché canzone dopo canzone scopriamo la storia della band, le evoluzioni caratteriali dei suoi componenti. Il libro bianco dei Beatles è sicuramente un libro per maniaci, (in senso buono). Quante registrazioni si possono contare per Let It Be? Chi ha scritto il middle eight di Love Me Do? Dove si trovava George Harrison quando scrisse Here Comes The Sun? E così via. Il libro bianco dei Beatles è anche un libro per chi dei Beatles non sa proprio niente (esiste davvero qualcuno che non li conosce?) perché il volume seppur con una forte natura filologica si fa leggere agilmente grazie alla sua anima aneddotica. Insomma, citando Gaetano Curreri, chiedi chi erano i Beatles non a una ragazza di quindici anni di età ma a una monografia di pregevole fattura, ed essa ti risponderà.
Franco Zanetti - Il libro bianco dei Beatles. La storia e le storie di tutte le canzoni
p. 420, ill. Euro 19,90 - Edizioni Giunti 2012 (Bizarre)

Da: http://www.wuz.it/recensione-libro/7270/libro-bianco-beatles-storia-tutte-canzoni-franco-zanetti.html

beatles-roma-4-ottobre

Nei negozi inglesi arriva un 45 giri che inizierà la più esaltante, meritata e romanzesca cavalcata di un gruppo pop: sulla facciata A c'è il brano Love me do. Sulla B Ps I love you. A cantare sono i Beatles. Oggi, dopo oltre un miliardo di copie vendute dei loro dischi, dopo che tutti li hanno sentiti nominare almeno una volta, dopo che insomma è impossibile negare quanta importanza abbiano avuto questi quattro (allora) sbarbatelli, il loro influsso si coglie su quasi tutto il pop che tuttora sgocciola in radio o sul web.

Ma in quella mattina, peraltro a Londra piuttosto nebbiosa, pochi ci avrebbero scommesso. I Beatles erano un'incognita. I più cinici tra i critici musicali facevano spallucce (e di fronte alle novità la categoria pare non sia ancora cambiata). I ragazzini erano in fermento. Ma non capivano, e neppure avrebbero potuto farlo, quale fosse la natura di quel fermento perché era la prima volta che attraversava l'aria. I Beatles erano bellocci. E vestiti a modo. Avevano un vago spessore strumentale e qualche impuntura stilistica che poi è diventata enorme e riconoscibile.

Soprattutto avevano tante idee e una squadra vincente alle spalle. Erano, se ci così si può dire, la cosa giusta al momento giusto e godevano di un privilegio che nessuno dopo ha mai più avuto: erano i primi. Per forza incoscienti. Inesperti. Puri. «Love, love me do/ You know I love you». Il 6 ottobre - sempre tanta nebbia nella Londra non ancora swingin' - la musica leggera popolare era già entrata in una nuova epoca che forse soltanto l'arrivo del web ha modificato nei lineamenti consegnandola al passato. I Beatles sono diventati un monumento del Novecento e in meno di otto anni non hanno cambiato il mondo, come fa comodo dire. Ne hanno più semplicemente, e ancor più prodigiosamente, creato uno nuovo. Senza volerlo, forse. E sicuramente senza immaginarne i contorni sociali, politici e persino didattici. Perciò oggi (alla vigilia della pubblicazione il 13 novembre di tutti i loro album rimasterizzati in in vinile) è retorico parlare di Beatles per esaltarne qualche caratteristica sconosciuta perché una traccia di loro è in ciascuno di noi, uno dei pochi fenomeni del secolo breve destinati a non avere fine.

Paolo Giordano

Da: http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/primo-singolo-dei-beatles-compie-50-anni-843678.html

beatles

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