dalla macchina nel corridoio della squadra mobile, verso la DIGOS, e dove è stato effettuato il pestaggio del giovane dopo che lo stesso è stato indicato, al pestaggio da parte di un funzionario di pubblica sicurezza. Lei non ha dato risposta a questi interrogativi; non ha detto neppure che è falso quanto è affermato nella nostra interrogazione. E questa è la riprova del fatto che abbiamo detto la verità. Lei ci ha detto che il De Angelis è stato portato all’ospedale San Giovanni dove gli sono stati dati sette giorni di prognosi, dove sono state cucite una ferita alla nuca ed una alla tempia. Inoltre lei ha taciuto il nome del magistrato che ha ordinato il trasporto del De Angelis al carcere di Rebibbia. Per giustificare tutto ciò, si è assunto in quest’Aula, come rappresentante del Governo, la responsabilità, che è tutta sua, di coprire quel magistrato, quel funzionario, il comportamento di questi signori. E venite a parlare di libertà, di giustizia, di democrazia, venite a dirci che avete combattuto per restituire libertà, ordine, giustizia e democrazia a questo paese, mentre siete qui a coprire responsabilità, come il più ignobile fellone complice di assassini possa fare in una Repubblica sottosviluppata di non so quale paese abbandonato del continente. Signor Sottosegretario, le dichiariamo (assieme al fatto che non siamo soddisfatti della sua risposta) a nome di tutto il Gruppo del Movimento sociale — Destra nazionale, circa 2.000.000 di persone rappresentate da noi in Italia, il nostro disprezzo più profondo nei confronti di chi, rappresentando il Governo in Italia, avrebbe dovuto avere la sensibilità soprattutto di non difendere e di non coprire le responsabilità di chi le ha, di non coprirle con una vernice calunniosa nei confronti di un giovane - non vogliamo sapere i motivi politici che l’hanno spinto a compiere il suo gesto — perché ne devono rispondere tutti indistintamente davanti alla giustizia del nostro paese. Non stiamo qui a difendere le loro azioni più o meno criminose, perché non ci interessano e saranno, anzi devono essere, i giudici a giudicare le malefatte di chiunque si copra di vernice rossa o nera nella sua follia terroristica. Non consentiamo al Governo di porsi sullo stesso piano, anzi peggio, dei terroristi, mistificando la verità e venendo qui a proteggere i complici di quel suicidio, anzi di quell’omicidio. Si vergogni e si tenga il nostro disprezzo insieme alla nostra insoddisfazione! |
mercoledì 5 ottobre 2011
In memoria di un Camerata innocente che il regime ha fatto suicidare
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