C’è un Pavolini doppio, triplo, quadruplo? Noi non la pensiamo così. E crediamo abbia visto giusto Montanelli che in una sua Stanza sul Corriere (12 maggio 1998) scrisse: «In Pavolini è riassunto il dramma
di una generazione che nel fascismo era cresciuta, nonostante tutte le delusioni ci aveva creduto, e si sentiva impegnata a crederci anche in quell’ultima disperata fase». Tutto qui, né più né meno. E di fronte a lui, a Berto Ricci, a tutti gli ostinati fedelissimi, Indro, approdato all’antifascismo ma memore dei suoi camerati, “si toglie il cappello”. Provaci anche tu, Giovanni. Prova a fare lo storico. Con “intelletto
d’amore” e senza livore.
Mario Bernardi Guardi
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