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Niccolò Giani pubblicò, nel 1939, i dieci punti fondanti della Scuola di Mistica Fascista col nome di "Decalogo dell'italiano nuovo" sulla rivista Dottrina Fascista:
- 1. Non vi sono privilegi, se non quello di compiere per primi la fatica e il dovere.
- 2. Accettare tutte le responsabilità, comprendere tutti gli eroismi, sentire come giovani italiani e fascisti la poesia maschia dell'avventura e del pericolo.
- 3. Essere intransigenti, domenicani. fermi al proprio posto di dovere e di lavoro, qualunque esso sia: ugualmente capaci di comandare e obbedire.
- 4. Abbiamo un testimonio da cui nessun segreto potrà mai liberarci: il testimonio della nostra coscienza. Deve essere il più severo, il più inesorabile dei nostri giudici.
- 5. Aver fede, credere fermamente nella virtù del dovere compiuto, negare lo scetticismo, volere il bene ed operarlo in silenzio.
- 6. Non dimenticare che la ricchezza è soltanto un mezzo, necessario sì, ma non sufficiente a creare da solo una vera civiltà, qualora non si affermino quegli alti ideali che sono essenza e ragione profonda della vita umana.
- 7. Non indugiare al mal costume delle piccole transazioni e delle avide lotte per arrivare. Considerarsi soldati pronti all'appello, ma in nessun caso arrivisti e vanitosi.
- 8. Accostarsi agli umili con intelletto d'amore, fare opera continua per elevarli ad una sempre più alta visione morale della vita. Ma per ottenere questo occorre dare l'esempio della probità.
- 9. Agire su se stessi, sul proprio animo prima di predicare agli altri. Le opere e i fatti sono più eloquenti dei discorsi.
- 10. Sdegnare le vicende mediocri, non cadere mai nella volgarità, credere fermamente nel bene. Avere vicina sempre la verità e come confidente la bontà generosa.
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