Il racconto degli anni di piombo da chi li ha vissuti sulla sua pelle
Intervista raccolta da Emma Moriconi per “IL GIORNALE D’ITALIA”
Intervista raccolta da Emma Moriconi per “IL GIORNALE D’ITALIA”
Prevedete lunghe camminate e picnic all’aria aperta (le attività preferite dagli Italiani in questa stagione sin dal 1972), ma avete paura che si scarichino le batterie dei vostri marchingegni preferiti? Questo zaino risolverà il problema. Se temete che, mentre leggete adagiati alla quercia del Tasso (ormai secca?), il vostro Kindle esaurisca la carica, affidatevi pure ai potenti pannelli fotovoltaici posti sul davanti con batteria incorporata, e godetevi i vostri libri in santa pace. Il caricatore ha una potenza stratosferica di 2.200mAh, capace di alimentare tranquillamente un portatile, e lo zaino è comodo e non troppo pesante. L’autonomia poi non è un problema, grazie alla lunga durate delle pile ed alla possibilità di assorbire energia anche dalla luce artificiale. Forte no?
www.energy-mission.com - 110€
Venerdi 28 dicembre - ore 20.30
PROFUMO DE' ROMA
con Angelo BLASETTI
la tradizione poetica e teatrale romanesca, con i versi satirici,
comici, lirici e drammatici
di Belli, Trilussa, Pascarella
e dei più autorevoli esponenti della poesia contemporanea
alla fisarmonica
Alfredo MESSINA
Libreria/Galleria delle Arti L'UNIVERSALE Via F.Caracciolo 12 Roma
info e prenotazioni 3394987052 / 3480468591
contributo alla serata 10€ con una consumazione - è possibile "mangiucchiare" con 5€ un piattino di affettati e formaggi
Di seguito il sommario degli aggiornamenti della Rivista "Eurasia" dell’ultima settimana (dal 17 al 23 dicembre 2012):
Indice
Articoli e saggi
Andrea Fais, LA STRATEGIA ‘KAZAKHSTAN-2030’ FA PASSI DA GIGANTE
Nelson González Leal, LA PATRIA BOLIVARIANA: UNA QUESTIONE DI AUTODETERMINAZIONE NAZIONALE
Bertrand de Jouvenel, VERSO L’EUROPA UNITA
Ali Reza Jalali, LA DIMENSIONE EURASIATICA DEL NATALE
ZHANIBEK IMANALIYEV (KAZAKHSTAN) A TRIESTE, NUMEROSI TEMI TRATTATI
Federico Capnist, LA QUESTIONE CIPRIOTA
Alberto Buela, MOVIMENTI NAZIONALI NELL’AMERICA IBERICA
MANIFESTO DEL GRUPPO DEGLI UFFICIALI UNITI
Marco Nocera, MEHR E LA RETE PARALLELA: COME L’IRAN SI DIFENDE DALLA GUERRA VIRTUALE
Pubblicazioni
E' attualmente disponibile in libreria l’ultimo numero (4/2012) di "Eurasia" (XXVIII), intitolato "L’islamismo contro l’Islam?".
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La Redazione.
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Da: Maurizio Messina
Care amiche ed amici,quest'anno fate un atto quasi..rivoluzionario,regalate libri, i vostri doni siano principalmente messaggi di resistenza culturale alla sotto-editoria di massa che invade e soffoca ogni spirito libero.
Vi aspettiamo sabato 22 e domenica 23 dalle 16.00 in poi nei nostri spazi in via F.Caracciolo 12 vicino al Mercato Trionfale (via A.Doria - via Candia)
Per l'occasione saranno presentati prodotti enogastronomici di prima qualità con degustazione.
Presso L'Universale troverete anche volumi nuovi di vari argomenti non più in catalogo,
oltre ad una miscellanea di libri delle Edizioni Mediterranee.
Vi aspettiamo sino alle 21.00 ...per bere insieme un buon...libro e leggere un ottimo..vino!
INFO: 3394987052 - 3480468591
In queste due giornate saranno raccolte le prenotazioni per la serata del 31 S.Silvestro
“IL NERO E LA ROSSA” INCONTRO ALLA LIBRERIA “L'UNIVERSALE”
GIOVEDI 20 DICEMBRE ORE 19.00 – VIA CARACCIOLO, 12 – ROMA
PRESENTAZIONE- DIBATTITO SUGLI ANNI DI PIOMBO CON LA PRESENZA DELL'AUTORE.
“Contesto: fine anni '70, anni di piombo, di grandi ideologie, di forti speranze, ma anche anni in cui il terrorismo di ambo le parti produce i suoi ultimi colpi di coda.
Due ragazzi di opposta ideologia politica si incontrano in maniera rocambolesca, grazie alla frequentazione dello stesso istituto scolastico, imparano a conoscersi, a capirsi e ad amarsi, con semplicità, forza e passione travolgente.
Il racconto inizia con la morte di uno dei protagonisti, vittima di un conflitto a fuoco con le forze dell'ordine e da qui, come in un film mandato a ritroso, si dipana tutta la storia, fino ad arrivare a quel momento fatidico in cui tutti i perchè saranno più chiari.
Una storia avvolgente, un ritmo serrato, un'atmosfera cruda e rarefatta, ma anche un'intensità travolgente, un tentativo di riconciliazione sociale nel periodo più duro e complesso della nostra storia dal dopoguerra in poi.
Il racconto sembra a tratti autobiografico, tanta è la forza e la passione messa dal sottoscritto nella descrizione dei personaggi, dei luoghi e dei contesti storici, questi ultimi inseriti con una particolare ed insolita cronologia.
Una storia che è quella di decine di ragazzi, di ogni colore politico, caduti per difendere un ideale ma che è anche la nostra storia, un patrimonio comune ancora poco esplorato ed analizzato, sospeso come un macigno sulle nostre teste.
Nello scrivere ho sentito spesso un colpo al cuore, non lo nascondo, al pensiero di quelle vite e quelle morti che mi scorrevano davanti, come in una scoordinata e tragica giostra, ma la sensazione di trasmettere qualcosa di importante ha sopraffatto le mie umane esitazioni, dandomi la forza di mettere parole e pensieri ora in bocca a lui, ora nelle labbra di lei.
Questa è una storia di tanti, ma non di tutti. Appartiene a chi aveva il coraggio e la passione di cambiare il mondo, cosa difficile da capire oggi...E il mio ringraziamento speciale non può non andare ad un editore sensibile e coraggioso come Gremese, in grado di percepire tutto questo e riassumerlo in una affascinante copertina.
Il libro contiene un messaggio, custodito tra le sue righe.
Alla fine sarà chiaro a tutti e lascerà spazio alle riflessioni che ognuno farà col proprio Sé.”
Sergio Pucciarelli
Di seguito il sommario degli aggiornamenti della Rivista "Eurasia" dell’ultima settimana (dal 10 al 16 dicembre 2012):
Indice
Pubblicazioni
E' attualmente disponibile in libreria l’ultimo numero (4/2012) di "Eurasia" (XXVIII), intitolato "L’islamismo contro l’Islam?".
Articoli e saggi
Fabio Falchi, I “MERCATI” E LA “QUESTIONE TEDESCA”
Marco Nocera, RIYAL: UN MODELLO DI SALVAGUARDIA DELL’IDENTITA’ ECONOMICA DELLO STATO
Kaveh L . Afrasiabi, “IL NUOVO EQUILIBRIO DEL TERRORE IN MEDIO ORIENTE”
Claudio Mutti, VLADIMIR POZNER, IL BARONE SANGUINARIO, ADELPHI, MILANO 2012
Martin A. Schwarz, DA GENGIS KHAN ALL’IDEOCRAZIA. LA VISIONE EURASIATICA DI NICOLAJ TRUBECKOJ
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Il romanzo ucronico di Ramperti immagina un Duce vittorioso grazie all'atomica. Ma mollato da Claretta e con la nostalgia del violino.
Mario Bernardi Guardi,
Libero, 8 giugno 2012
Ventisette aprile 1945, Palazzo Venezia. Al Cardinale Referendario, ricevuto in udienza, Mussolini domanda informazioni su Pio XII che ha abbandonato San Pietro per Castelgandolfo.
Tutto bene, è la risposta, Sua Santità chiede solamente la grazia di poter ospitare nella sua residenza un illustre scienziato, il professor Piccard, perché lo assista nei suoi tentativi d’esplorazione della stratosfera.
Il Duce non ha nulla in contrario. Se Pio XI faceva dell’alpinismo per approssimarsi alle celesti dimore, è giusto e sacrosanto che Pio XII abbia scelto l’aviazione per sentirsi ancor più vicino al cielo. Il Santo Padre tenga però presente che tutti attendono il suo ritorno in Vaticano ed anzi faccia presto, “perché sulle diecimila stanze vuote ha già messo l’occhio la Commissione degli Affitti”.
Seconda visita, in ordine protocollare, è quella del camerata Savoia ovvero Vittorio Emanuele II. Benché l’ex-sovrano sia stato consegnato dagli inglesi agli italiani vittoriosi, in osservanza della prima clausola dell’armistizio, il Duce non lo considera un prigioniero. E così non solo accoglie il Regale Cugino ma gli annuncia che ha deciso di affidargli il governo di una regione: quella Savoia che la Francia dovrà cedere all’Italia in forza del trattato di pace. Come assistente, se vuole, potrà avere il figlio Umberto.
Duce, sospira l’ex-monarca, Umberto non è più con me. Se n’è andato ad Hollywood insieme a Maria José. Apriranno un istituto di bellezza.
E Badoglio? No, nessuna condanna a morte. Anzi, è “condannato a vivere”. Nella villa che il Duce gli ha regalato, col suo titolo nobiliare e con i milioni elargitigli dal Regime. Nessuno gli torcerà un capello. Basta ed avanza a punirlo la vergogna che si porta dentro. E deve essere davvero tanta visto che, qualche tempo dopo, il Maresciallo dell’8 settembre tenta il suicidio.
A questo punto, però, il lettore vorrà avere qualche spiegazione circa questo “strano” aprile 1945.
Bene, gli verranno dal fantapolitico “Benito I Imperatore” di Marco Ramperti, edito nel 1950 da Sciré e riproposto ora dal Cavallo Alato- Edizioni ai Ar ( introduzione di Anna K. Valerio, pp. 189, euro 18),
Diciamo subito che Marco Ramperti fa parte della schiera degli scrittori “dimenticati”. Noto negli anni tra le due guerre come romanziere, saggista, critico teatrale e cinematografico, nonché spirito libero per vocazione, col Fascismo “regime” ebbe rapporti conflittuali. Ma, dopo la “morte della Patria”, scelse la RSI. Rapporti “scomodi”, anche in questo caso. Scomodissimi, poi, a Liberazione avvenuta, con l’Italia democratica e antifascista. Il che significa che Ramperti fece la fame ma non si vendette ai vincitori. E, benché emarginato, continuò a scrivere.
“Benito I imperatore” è davvero una bella incursione nell’immaginario a partire dalla scena iniziale: “ E’ l’alba del 25 aprile 1945 e Benito Mussolini, avendo l’Asse vinto la guerra per impiego tempestivo della bomba atomica, cavalca per la via Appia alla volta di Roma”.
Ecco: Marco Ramperti è partito da un’ipotesi (che cosa sarebbe accaduto se…), l’ha fatta trionfare e adesso la sviluppa. Il Duce ha vinto, imponendo una sorta di “pace armata”: vediamo un po’ cosa fa in un’Italia che lo acclama e in un’Europa che è fascista o comunque è sottomessa al fascismo, mentre l’Unione Sovietica non esiste più e sono al potere i Russi Bianchi e mentre gli Stati Uniti, dove sempre più comandano le donne, anzi le belle donne, si accingono a mandare ambasciatrice a Roma la fascinosa e sensuale Rita Hayworth.
Che cosa fa quel Duce del Fascismo, che tra poco sarà incoronato Imperatore? Si comporta in maniera magnanima. Nemmeno una condanna a morte. Nemmeno per chi ha più vistosamente tradito. Se mai, punizioni “ad hoc”, come quella inflitta al Maresciallo Badoglio. O a Giuseppe Bottai, una delle ‘anime’ del 25 luglio, poi arruolatosi nella Legione Straniera: bene, ci resti come piantone a vita, impiegato a spazzare le camerate e a pulire i cessi.
Intanto tutti gli intellettuali hanno ripreso a corteggiare Benito in maniera indecente e Ramperti li fa sfilare uno dopo l’altro alla corte del Padrone, ognuno col suo stile di “servo”. Ci sono tutti: Paolo Monelli e Sibilla Aleramo, Leo Longanesi e Alessandro Blasetti, Mario Missiroli e Sem Benelli, Mario Alicata e Pietro Ingrao, Indro Montanelli e Massimo Bontempelli… E Kurt-Suckert Malaparte? No, si è trasferito nella Germania originaria ed ora veste una divisa di ufficiale tedesco.
E Giuseppe Ungaretti? Bè, Ungaretti dopo l’8 settembre ha fatto veramente schifo, inveendo contro quel Mussolini che- così dichiarava- per lui veniva dopo Dio ed allora, mentre gli viene confermata la pensione a vita, una piccola punizione gli tocca: d’ora in avanti scriverà le sue liriche sulla carta igienica.
E cosa accadrà ad antifascisti di professione come Parri e Pertini? Niente di grave: saranno condannati ad accompagnare a vita il poeta cieco Carlo Borsani alle sedute del Gran Consiglio.
Insomma, mescolando generosità ad ironia e disprezzo, il Duce sta facendo giustizia. Ma non è contento, ha il cuore oppresso da un senso di stanchezza e di pena. Ma gli vogliono davvero bene gli Italiani? Oppure la gloria si conquista solo, cristianamente, attraverso il sacrificio? Non sarebbe stato più bello morire in battaglia? A che vale tutto quel che ha conquistato se non si sente libero e in pace con se stesso? Né Claretta può confortarlo: erano vicini e innamorati nell’ora del rischio: adesso qualcosa si è spezzato, non ci sono più né confidenza né passione.
Il Duce è solo. “Comunica” solo con un tipo strambo, uno stravagante “filosofo da strada” con cui si interroga sul senso della vita. Già: ha senso la corona imperiale? O ne ha più riprendere in mano il vecchio violino ed andarsene, finalmente libero dagli italiani, per le strade del mondo?
MARIO BERNARDI GUARDI
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Autore: Marco Ramperti
Titolo: Benito I imperatore.
Edizioni di Ar
Prezzo: 18,00€
Va letto questo libro di Marco Ramperti, meravigliosa figura di scrittore e uomo libero, morto in povertà per non essere il servo di nessuno: nessun editore-mercante, direttore di giornale a sua volta diretto, committente e padrone che non fosse anche Signore. Va letto perché ci fa capire in che mondo viviamo. Di che razza sono fatti gli apologeti dell’oggi. Perché sui giornali che ardono di pathos civile scopriamo ogni giorno quei giuggiolosi editoriali — e sui libri tante righe piene di artefatta bonomia, e sui testi scolastici.
Montagne di zucchero, di melassa, di falsa modestia. E se invece, a Roma, comandasse Benito I imperatore? Se l’aborrito Duce del fascismo, grazie a un’atomica sganciata un giorno prima degli americani, avesse vinto la guerra? Li leggeremmo lo stesso quei giuggiolosi editoriali? Le ascolteremmo lo stesso quelle lezioni di vita e pace e bene da parte dei paladini dell’uguaglianza e della democrazia? Ve li immaginate i maître e le maîtresse à penser di oggi rischiare la vita per contraddire Benito I imperatore? Figuriamoci. Ma non ci penserebbero nemmeno.
Fondamentale questo romanzo per mantenersi appesi a quel filo, quel filino di decenza, evitando che l’immane ipocrisia globale ci travolga, inglobi, contamini del tutto.
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Oggi, 13 dicembre 2012, esce per il grande schermo in tutto il mondo il primo dei tre film ispirati al romanzo di J.R.R. Tolkien “L’hobbit – Un viaggio inaspettato”, con Martin Freeman nei panni del protagonista Bilbo Baggins, Ian Mckellen e Christopher Lee ancora nelle vesti rispettivamente di Gandalf e Saruman, e Peter Jackson confermato dietro la macchina da presa. La storia racconta l’ardimentoso viaggio di Bilbo alla ricerca del regno nanico di Erebor, presidiato dal temibile drago Smaug e infestato di goblin e orchetti, fino ad incontrare la decisiva figura del mostriciattolo Gollum, possessore di un anello dai poteri imprevedibili e dal destino segnato. Si tratta di un’uscita pretesa ad una voce dagli appassionati del “mondo secondario”creato da J.R.R.T. con l’omonimo romanzo, con “Il Signore degli Anelli”, “Il Silmarillion” e con le varie antologie di testi ispirate alle diverse Ere della Terra di Mezzo.
Il parto della pellicola è stata travagliato, quasi un’avventura nell’avventura, con problematiche organizzative che avrebbero potuto mettere a repentaglio il risultato finale. Ma la sfida di Jackson, grazie anche all’esperienza maturata con la precedente trasposizione cinematografica, pare possa dirsi vinta: nel comune sentire degli “aficionados” tolkieniani e al netto dei bastian contrari che mai fanno mancare la loro presenza, a giudicare dai primi commenti seguiti alla circolazione dei filmati promozionali, “L’Hobbit” è un film riuscito, che rispetta lo spirito e la forma della versione su carta.
Che cosa possono attendersi, allora, i lettori-spettatori di Tolkien? Un film con meno epica e più favola del suo illustre antecedente. Una pellicola con squarci sul privato alternati a sequenze d’azione pura, in cui gli effetti visivi sono al servizio della storia e non la soffocano con la pirotecnia di immagini scoppiettanti. Una narrazione che, come già ne “Il Signore degli Anelli”, rende in immagini un vero e proprio “bildungroman”, il percorso di formazione di Bilbo che, da uno stadio di inconsapevolezza di sé, perviene ad una condizione eminente per il tramite di alcune sfide mortali. Un’esperienza estetica, in cui la magnificenza degli scenari naturali si associa allo splendore medioevaleggiante delle architetture e dei costumi, senza contare il riferimento subliminale a simboli immortali fra le pieghe della vicenda. Una serie di peripezie e cerche spirituali, che, lungi dal lanciare uno sfacciato messaggio ideologico, trasmette senza parere i valori del cameratismo, del senso del sacro, del rispetto della natura. “L’Hobbit” al di là della destra e della sinistra, quindi, nella comune passione per le cose belle e buone.
Da: http://www.secoloditalia.it/2012/12/la-nuova-carica-degli-hobbit/
Di seguito il sommario degli aggiornamenti della Rivista "Eurasia" dell’ultima settimana (dal 3 al 10 dicembre 2012):
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Pubblicazioni
E' attualmente disponibile in libreria l’ultimo numero (4/2012) di "Eurasia" (XXVIII), intitolato "L’islamismo contro l’Islam?".
Articoli e saggi
Fabio Falchi, L’ITALIA NELLA MORSA DELLA CRISI
Giacomo Gabellini, IL RISIKO TRANSATLANTICO
Redazione, INTERVISTA AL DIRETTORE DI RADIO IRIB ITALIA, DR. DAVOOD ABBASI
Marzia Nobile, GLENCORE: LA MULTINAZIONALE AL CENTRO DELL’UNIVERSO DELLE MATERIE PRIME
Andrea Fais, L’AFGHANISTAN NELL’ANALISI DI MARX, ENGELS E LENIN
Massimiliano De Simoni, ULTIMA FERMATA BENGASI
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LUNEDI' 10 DICEMBRE a Roma ore 20,30 a L'Universale "L'antiamericanismo in Italia" di R.Vulpitta, con M.Veneziani, R.Sideri ed E.Cipriano
Sala de L'Universale via F.Caracciolo 12 - info:3394987052 - leggere e diffondere l'allegato,grazie. Linea metro A ferm.Cipro-bus 490-492-495-913-31-33-990-999-180 tram19
Interverranno: Rodolfo Sideri e Marcello Veneziani
Coordina: Enzo Cipriano
(sarà presente l’Autore)
Romano Vulpitta (Roma, 1939) Professore emerito dell’Università Sangyo di Kyoto (Giappone). Laurea in giurisprudenza all’Università di Roma. Ha avuto un’esperienza nella carriera diplomatica, dove tra l’altro ha ricoperto il posto di Capo Aggiunto della Delegazione della Commissione della Comunità Europea a Tokyo ed è stato anche incaricato del corso di Letteratura Giapponese Moderna e Contemporanea all’Istituto Universitario Orientale di Napoli. Dal 1978 fino alla messa a riposo nel 2009 ha insegnato cultura comparata nell’Università Sangyo di Kyoto. Collaboratore di quotidiani e riviste in Italia ed in Giappone, ha pubblicato in Giappone un saggio sul pensatore tradizionalista Yojuro Yasuda ed una biografia di Mussolini.
Di seguito il sommario degli aggiornamenti della Rivista "Eurasia" dell’ultima settimana (dal 26 novembre al 2 dicembre 2012):
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Pubblicazioni
E' in uscita il nuovo numero (4/2012) della Rivista di Studi Geopolitici "Eurasia" (XXVIII), intitolato "L’islamismo contro l’Islam?".
Articoli e saggi
Natalya Korlotyan, UCRAINA DOPO LE ELEZIONI PARLAMENTARI, ANCORA IN BILICO TRA UE E RUSSIA
Andrea Turi, UCRAINA, UN’ELEZIONE IN TERRA DI CONFINE
Fabio Falchi, “COLONNA DI NUVOLE”
William Bavone, “LA POLÍTICA EXTERIOR RUSA DESPUÉS DE LA GUERRA FRÍA – HUMILLACIÓN Y REPARACIÓN”
Aldo Braccio, LA PARABOLA AMERICANA, UN SAGGIO DI GIACOMO GABELLINI
Mahdi Darius Nazemroaya, PARTITA A SCACCHI GEOPOLITICA DIETRO L’ATTACCO A GAZA
Claudio Mutti, IL RETROTERRA ROMENO DI JEAN PARVULESCO
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Era il 2006. Il progetto “Cantiribelli” prendeva vita negli ultimi giorni di Novembre.
Sono passati sei anni e siamo ancora qui… tutta colpa del nostro DNA !
Grazie a tutti voi,